di Adolphe-Charles Adam
Balletto romantico in due atti
Nuova versione della coreografia di Coralli e Perrot creata da Jean-Sébastien Colau
Coreografa collaboratrice Delphine Moussin
Direttore Nir Kabaretti
Scene Francesco Zito
Assistente alle scene Antonella Conte
Costumista collaboratrice Chicca Ruocco
Luci Bruno Ciulli
Corpo di ballo e Orchestra del Teatro Massimo
Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau
Nuovo allestimento del Teatro Massimo
Sala Grande, Teatro Massimo dal 14 al 20 giugno 2025
Un classico senza tempo nella nuova rilettura di Jean-Sébastien Colau Giselle, il classico “balletto bianco” ottocentesco di Coralli e Perrot con le musiche di Adolphe-Charles Adam, torna al Teatro Massimo di Palermo da sabato 14 giugno alle 20:00 con una nuova versione creata da Jean-Sébastien Colau direttore del Corpo di ballo del Teatro e la collaborazione di Delphine Moussin. Le bellissime scene dipinte a mano del nuovo allestimento sono firmate dallo scenografo Francesco Zito con la collaborazione di Antonella Conte e le luci di Bruno Ciulli, mentre i costumi sono creati dal Teatro dell’Opera di Roma, costumista collaboratrice è Chicca Ruocco. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo dirige il maestro Nir Kabaretti. Repliche fino al 20 giugno. Classico dei classici, Giselle è un balletto amatissimo dal pubblico e banco di prova di grandi stelle della danza. La vicenda rievoca il mito germanico delle Villi: spiriti notturni ed eterei di ragazze morte per amore. Come la giovane protagonista che, innamorata del nobile Albrecht, già promesso sposo di Bathilde, si trasforma in uno spirito che vive nella foresta. Accolta dalle Villi, guidate da Myrtha, la loro spietata regina, Giselle entra in un mondo dove la danza è il linguaggio dell'anima. Sconvolto Albrecht, insegue il fantasma di Giselle di cui si è innamorato rischiando la vita. Le ballerine, con la loro presenza aerea, lo sfidano proprio come fanno con la gravità condannandolo a ballare sino allo sfinimento e causandone la morte. Ma Giselle salverà Albrecht dalla danza mortale che lo aspetta tenendolo vicino alla croce della sua pietra tombale, e proteggendolo fino al sorgere del sole, momento in cui lei e le Villi svaniranno nel buio. Il set avvolto nella nebbia risuona dell’ammaliante colonna sonora di Adolphe Adam. Valeria Patera
Il direttore del Corpo di ballo del Teatro Massimo e coreografo Jean-Sébastien Colau ha incantato il pubblico con una coreografia al contempo rispettosa di tutti i codici della danza romantico-classica e anche innovativa.
Il disegno coreografico ha seguito perfettamente la variante drammaturgica tra primo e secondo atto dove nel primo l'andamento è narrativo quasi iperrealistico mentre nel secondo più evocativo e immaginifico, visionario.
Ecco che la grammatica della coreografia nella prima parte è pittorica, descrive ogni dettaglio della narrazione e del rapporto tra i personaggi, sviluppando un alfabeto fatto anche di micro gesti (bellissimo e sorprendente quel roteare di mani leggere sopra il capo che diventa un leit-motiv, una specie di linguaggio in codice tra i personaggi) e ai corpi fa esprimere ogni sfumatura del sentimento, ogni luce ed ombra delle emozioni, tutto è detto, tutto è comprensibile e dipanato con estremo senso della misura, equilibrio e bellezza.
Nella seconda parte invece, seguendo le differenti pennellate della drammaturgia, le scene e i movimenti sono più evocativi, visionari, quasi astratti e file di Villi biancovestite sono una frase infinita di forza e delicatezza intrecciate, struggente visione dell'amore impossibile e della tortura inflitta ad Albrecht, imprigionato in un ritmo di danza che non può fermare e con perfezione rotea e rotea quasi a perforare la terra, penetrarla per raggiungere l'amata perduta.
Ottima performance da parte di tutto il corpo di ballo, protagonisti e non, che hanno confermato l'alta qualità della guida di Colau, l'acquisizione di un alto registro esecutivo, un'impronta che si riconosce.
Ruolo ambito da ogni danzatrice, Giselle, eroina romantica per eccellenza, richiede oltre a qualità tecniche e stile, anche qualità attoriali per un ruolo drammaturgicamente complesso e articolato. Ad interpretarla, nei due cast che nel corso delle recite si alternano sul palco del Teatro Massimo, sono Martina Pasinotti e Yuriko Nishihara, tersicoree del Corpo di ballo del Teatro Massimo. Nel ruolo del nobile Albrecht sono in alternanza Alessandro Casà e Alessandro Cascioli. E insieme a loro, nei ruoli principali: Francesca Davoli e Francesca Bellone (Myrtha), Diego Millesimo e Diego Mulone (Hilarion), Simona Filippone (Berthe, madre di Giselle), Marcello Carini (Wilfred, amico di Albrecht), Annalisa Bardo (Bathilde, fidanzata di Albrecht), Vincenzo Carpino (Duc de Courlandes), Giulia Neri e Valentina Chiulli e Michele Morelli e Giovanni Traetto (Pas de deux dei contadini). Romina Leone e Annalisa Bardo (Prima Villi), Sabrina Montanaro e Debora Di Giovanni (Seconda Villi). Alessandra Bernier, Michaela Colino, Erika Melcarne, Jessica Tranchina (Amiche).