lunedì, 14 luglio, 2025
Sei qui: Home / L / LA DERNIÈRE DANSE? - di Micha Van Hoecke

LA DERNIÈRE DANSE? - di Micha Van Hoecke

"La dernière danse?", di Micha Van Hoecke. Foto Simone Manzato "La dernière danse?", di Micha Van Hoecke. Foto Simone Manzato

di Micha van Hoecke
Balletto di Roma
su musiche dal jukebox del tempo
riallestimento a cura di Miki Matsuse van Hoecke
maître de ballet: Azzurra Schena
corpo di ballo: Viola Alessi, Fiamma Balzano, Paolo Barbonaglia, Roberta De Simone, Alessio Di Traglia, Annalisia Falciglia, Alice Fenu, Victor Finaurini, Gianfranco Giordano, Marcello Giovani, Lorenzo Lippera, Francesco Moro, Eleonora Poligioni, Giada Risaliti, Ainhoa ​​Segrera, Mirko Spampinato
prima italiana
Visto il 14 giugno 2025, Teatro Alighieri, Ravenna

www.Sipario.it, 15 giugno 2025

Nel riallestimento firmato da Miki Matsuse per il Balletto di Roma, La dernière danse? si è rivelata un delicato rito scenico dedicato al tempo, alla sua materia affettiva e musicale. Creato da Micha van Hoecke nel 1984, il lavoro è stato restituito con uno sguardo che è parso insieme filologico e rigenerato. L’opera è tornata in vita con una forza quieta, lontana da ogni nostalgia illustrativa. Il lavoro è stato riattraversato con danzatori giovani, una scena essenziale, e una trasmissione del gesto che ha saputo unire fedeltà e rinnovamento. Non si è trattato di un restauro, ma di una riemersione: le frasi coreografiche, ancorate a un passato personale e collettivo, sono state ricucite nel presente attraverso uno nuovo corporeità.

Il cuore drammaturgico del lavoro è rimasto lo stesso: un jukebox del tempo che ha proposto una successione di brani iconici degli anni ’50 e ’60, da The Platters a Leo Ferré, dai Procol Harum a echi di musica brasiliana, come materia sonora da abitare e da cui lasciarsi attraversare. Ogni brano ha evocato una memoria, un tono, una possibilità espressiva, ha agito da detonatore di gesti. Il suono non ha accompagnato, ma ha plasmato l’equilibrio dei danzatori, che hanno risposto non con l’imitazione, ma con una scrittura coreutica attenta e calibrata e un controllo che ha saputo trattenere, suggerire, alludere, più che dichiarare. 

L’apertura, pur nella sua sobrietà, ha mostrato immediatamente l’impianto stilistico del lavoro coreografico: una qualità di movimento profonda, una combinazione di movimenti fluidi e naturali, in cui il peso del corpo è stato lasciato scorrere senza tensioni inutili; un uso calibrato dell’energia, ora trattenuta, ora esplosa, per creare gesti densi, interiorizzati o sospesi. Il corpo non ha cercato il virtuosismo, ma la verità del gesto. Il risultato è stato una danza fatta più di intenzioni che di effetti, dove anche le sospensioni e le immobilità hanno avuto un peso narrativo. Il corpo di ballo si è mosso come organismo collettivo e sensibile, non una sincronia di superficie, ma un’aderenza profonda al tempo interno di ogni sequenza. Ogni slittamento, ogni caduta, ogni rilascio è stato governato con fluidità. Nei passi a due della sezione su tango destrutturato, i ballerini hanno restituito un equilibrio sottile tra attrazione e fuga, rendendo fisico il concetto di nostalgia.

Miki Matsuse ha scelto di lasciare lo spazio libero, disegnato solo da pochi oggetti simbolici, ha ridotto all’essenziale ogni elemento. Gli oggetti, una sedia, un disco, un cappello, sono diventati prolungamenti coreografici, mai didascalici. La scena è rimasta spoglia, ma abitata da gesti densi: sono bastati una luce obliqua, affidata a un disegno netto e sobrio, o uno sguardo laterale per evocare la stratificazione del ricordo. La luce ha delimitato lo spazio in modo funzionale al movimento con tagli laterali per evidenziare traiettorie, tinte calde per accogliere i momenti intimi. La costruzione drammaturgica ha alternato sezioni corali ad a solo e a formazioni spezzate. Un quadro, sostenuto da armonie italiane anni '60 si è sviluppato un fraseggio ironico. 

La compagnia ha lavorato con un ascolto collettivo straordinario. Non si è trattato solo di eseguire materiale coreografico, si è percepito il lavoro profondo di Azzurra Schena, maître de ballet, nel calibrare le dinamiche di gruppo, l’allineamento energetico, la chiarezza dei vettori. Ogni danzatore ha mantenuto la propria identità scenica, ma è stato sempre parte di una tessitura comune e hanno dimostrato una padronanza che ha superato il virtuosismo, toccando una qualità di presenza drammaturgica. i ballerini hanno portato nel corpo una memoria che non gli apparteneva direttamente, ma che è diventata credibile, presente, condivisa. E qui che La dernière danse? ha mostrato la sua attualità, nel modo in cui il passato è stato rimesso in moto, senza essere mai cristallizzato.

Il finale ha raccolto il senso profondo dello spettacolo, la musica si è dissolta in un montaggio sonoro che ha intrecciato frammenti dei brani ascoltati, come se il tempo si riavvolgesse su se stesso. E su tutto è riemersa, come una carezza inattesa, A Whiter Shade of Pale, la canzone che Micha van Hoecke aveva indicato come colonna sonora per il suo addio alla vita. In quel ritorno sonoro, la coreografia ha smesso di raccontare e ha semplicemente evocato un maestro.

Il punto interrogativo nel titolo La dernière danse?  non è retorica. In scena si è danzata l’ultima danza possibile e, al tempo stesso, la prima: quella che ha riaperto una relazione col tempo, col ricordo, col desiderio. La scelta musicale, con il suo eclettismo emotivo, ha fatto vibrare corde diverse, intimità, esuberanza, struggimento, e i danzatori hanno risposto con una scrittura del corpo che è apparsa sempre credibile e mai illustrativa.

Giulia Clai

Ultima modifica il Domenica, 22 Giugno 2025 06:10

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.