Una serie documentario realizzata in un anno intero alla School of American Ballet, che viene comunemente chiamata anche dagli allievi SAB (pronuncia “esse a bi”). Mesi e mesi in cui è permesso alle telecamere di entrare in luoghi di solito abbastanza privati e riservati, come sono le sale di danza, specialmente nelle scuole di importanza nazionale. Brevi puntate, al di sotto di un’ora, per esplorare tutto ciò che si nasconde dietro la facciata di uno spettacolo di danza e dietro l’immagine di un danzatore: il duro lavoro di chi vuole diventare un ballerino, le lezioni in sala, la scoperta dei passi nuovi e delle coreografie, l’emozione di andare in scena, lo studio assiduo per passare un provino, la gioia di condividere la preparazione di una performance, ma anche di sognare di vivere della propria passione. Ecco, On pointe è proprio questo. Vuol dire inizio di un sogno, primo passo per l’inseguimento del proprio sogno. Ma è anche il viaggio attraverso le storie di tutti i protagonisti, tanti ragazzi provenienti da tutti i distretti di New York, ma anche, nel caso dei più grandi, da altri stati, che quindi vivono lontani dalle loro case e dai loro affetti ed alloggiano proprio alla SAB. Si indagano tutti gli aspetti della vita degli allievi, come quello familiare e personale, con anche interviste alle famiglie e a loro stessi, che raccontano le paure, ma anche le sensazioni, quello che provano durante uno spettacolo, che cosa significa per loro la danza e quanto siano orgogliosi e fieri di frequentare una vera e propria istituzione della danza. Oltre alle lezioni di tecnica classica e di repertorio, divise tra maschi e femmine e poi in classi d’insieme per studiare passo a due, ci sono anche percorsi correlati e complementari che integrano lo studio principale per una preparazione completa. Il documentario è incentrato anche sulla cura dello spettacolo dello Schiaccianoci, al Lincoln Center di New York, una vera e propria tradizione che non si può non rispettare, che si ripete ogni Natale e che vede mettere in atto le selezioni per la scelta dei primi corsi per i ruoli d’insieme e di contorno, come ad esempio quello dei “bastoncini di zucchero” o anche i ruoli singoli di Marie (Clara in altre versioni) da bambina. I corsi più grandi, invece, si preparano per lavorare al loro massimo ed avere così la speranza di ottenere la possibilità di diventare apprendisti al New York City Ballet, con professionisti di settore e poi diventare parte del corpo di ballo e quindi della compagnia, a tutti gli effetti, l’anno successivo, una volta superate le audizioni. Oltre ad essere il primo passo di danza verso una futura carriera, è anche l’occasione di osservare da vicino i grandi ballerini e di studiare con grandi maestri. La serie mostra anche come gli allievi condividano anche tanti momenti d’insieme, di tipo ricreativo e professionale, oltre ad una quotidianità che li rende davvero un gruppo unito e partecipativo. Gli allievi dei corsi superiori, inoltre, conciliano lo studio della danza con scuole online, a distanza, oppure in presenza, mentre i piccoli frequentano tutti regolari corsi di scuola, essendo meno impegnati con le prove e le lezioni. Anche tutto lo staff, non solo di insegnanti, ma anche medico e di recupero per infortuni, così come di costumisti e tecnici è di altissima qualità. Le puntate si fermano quando il Covid non permette più di essere in sala e le video lezioni prendono purtroppo il sopravvento, nella speranza di poter quanto prima tornare a vivere la danza nel pieno della sua bellezza dal vivo.

Francesca Myriam Chiatto