di Sergej Prokof'ev
coreografia di Jurij Grigorovič
Direttore d'Orchestra Raušan Jakupov
con il Teatro Balletto del Cremlino
Teatro Carlo Felice, Genova, dal 22 al 28 marzo 2012
Di nuovo contento il pubblico del balletto del Carlo Felice che ha visto tornare nel teatro genovese la danza di qualità. In effetti era davvero un dispiacere per chi ama la danza classica vedere che su un palcoscenico di tal pregio fos-sero ospitate compagnie di poco conto, oltre che una spina nel cuore che lasciava a tante amare considerazioni. Ed invece dal 22 al 28 marzo scorsi per un totale di sette repli-che, tra serali e pomeridiane, si è assistito ad un altro Romeo e Giulietta di pregio portato dal Balletto del Cremlino, dopo quello di Nacho Duato presentato nel 2008. Certamente di tutt'altra impronta tecnica rispetto a quello di Duato che, come tutti sappiamo è coreografo di danza contemporanea, qui la coreografia è in mano a Grigorovic, classico fino al midollo che nel 1968 ha avuto il suo grande riconoscimento con la sua straordinaria versione di Spartacus creata per Vladimir Vasiliev ed Ekaterina Maximova. Grigorovic debuttò col suo Romeo e Giulietta nel 1979, dopo la scarsa fortuna avuta dalla prima coreografia della partitura di Prokof'ev, quella di Lavroskij e da subito ottenne largo consenso di pubblico, e soprattutto da parte del compositore, mai contento di come veniva tradotta in passi la sua musica. Ma veniamo all'esecuzione del Balletto del Cremlino, ineccepibile e dal sapore prettamente russo dall'inizio alla fine. La compagnia è giovane, ha solo ventidue anni, così come giovani sono i danzatori che la compongono e questa freschezza viene fuori in questo Romeo e Giulietta, così come viene fuori la disciplina russa insegnata loro da Ekaterina Maksimova, che dai primi giorni della fondazione della compagnia fino al suo ultimo giorno di vita, ha svolto il ruolo di Maitre de Ballet e pedagogo principale della compagnia. Sul Balletto del Cremlino non ci sono dubbi, niente a che fare con le false compagnie che di russo hanno solo la denominazione, qui, dalla prima entrata in scena dei danzatori, si legge la classe e la preparazione di chi la danza classica l'ha imparata bene sin da giovane età e che la studia continuamente dieci ore al giorno. Deliziosa la prima ballerina Natal'ja Balahniceva, nel ruolo di Giulietta, appassionato nel suo Romeo Mihail Martynjuk, ma chi ha coinvolto di più sono stati senz'altro Egor'Motuzov e Kirill Ermolenko. Energici, scattanti e virtuosi hanno saputo dare a Mercurio e Tebaldo quel vigore voluto dal ruolo e dalla partitura musicale. D'effetto anche la scenografia di Simon Virsaladze che presenta la storia shakespeariana su due piani. Peccato per l'esecuzione dell'orchestra del Carlo Felice, indubbiamente sotto tono dietro la bacchetta di Rausan Jakupov, come peccato il pubblico non fosse tanto numeroso da riempire la platea, chissà, forse scottato da quanto il teatro aveva offerto in precedenza.
Francesca Camponero