Musica SERGEJ PROKOF’EV
Direttore GARRET KEAST
Coreografia JEAN-CHRISTOPHE MAILLOT
Scenografia ERNEST PIGNON-ERNEST
Costumi JEROME KAPLAN
Luci DOMINIQUE DRILLOT
LES BALLETS DE MONTE-CARLO
ORCHESTRA DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Giulietta Katrin Schrader
Romeo Jérome Tisserand
Madonna Capuleti Marianna Barabas
Tebaldo Simone Tribuna
La nutrice Lydia Wellington
Mercuzio Michael Grunecker
Benvolio Lukas Simonetto
Paride Alessandro Scognamiglio
Rosalina Juliette Klein
Frate Lorenzo Jeat Benoot
I due accoliti Cristian Oliveri & Christian Tworzyanski
TEATRO del MAGGIO MUSICALE FIORENTINO 10-11-12 gennaio 2025
I Balletti Russi, Sergej Djagilev: la più straordinaria esperienza innovativa della danza all’origine del ‘900, che vede Monte Carlo come sua sede per vent’anni è alla base della nascita, nel 1985, della Compagnie des Ballets de Monte Carlo, un patrimonio da non disperdere. E dal 1993 sarà Jean-Christophe Maillot a dare con la sua creatività l’impronta innovativa che tuttavia conserva la suprema bellezza della danza classica, la quadratura del cerchio, come abbiamo potuto apprezzare per cominciare in questo Roméo et Juliette, con le musiche innovative anch’esse già nella prima parte del secolo scorso di Prokof’ev, quelle che non ci si stanca mai di ascoltare, a Firenze egregiamente eseguite dall’Orchestra del Maggio diretta da Garret Keast. Un vero regalo che ci fa il Teatro fiorentino, di ben due balletti della Compagnia, il prossimo sarà Le Lac, da un altro iconico classico, il Lago dei Cigni di Cajkovskij. E il pubblico del balletto ben consapevole dell’occasione è accorso a riempire il teatro. Infatti Maillot, già danzatore che per un incidente ha abbandonato la precedente carriera, per fortuna sua e nostra è dotato di una creatività innovativa che può appartenere solo a chi sa maneggiare con cura la tradizione possedendone appieno le basi, con rispetto e gusto supremo. Qui Frate Lorenzo, un personaggio secondario, ma deus ex machina della tragedia, vive da protagonista il tormento di essere stato disgraziatamente responsabile della tragedia dei due giovani innamorati, non a caso emblematici dell’assoluto nel sentimento giovanile. E’ lui rappresentato iconicamente come dolore senza remissione all’aprirsi del sipario, per una storia talmente famosa che ci si può giocare cambiando il posto delle pedine nella scacchiera, ed utilizzando le musiche in momenti diversi da quelli per cui sono state create. Questa invenzione, ed usiamo questo termine nel senso latino del termine, da invenio, trovo, non invento, è il cuore della vicenda, e data scopriamo dal libretto addirittura al 1986, quando Maillot era direttore a Tours del Centre Choréographique National. Ma qui non siamo a disquisire di filosofia, il balletto è il prodotto della compagnia di danza, che è superba: non abbiamo potuto fare tutti i nomi dei danzatori, tanto numerosi sono i componenti delle famiglie Montecchi e Capuleti, e tutti meriterebbero di essere ricordati, perché questa coreografia è corale, non per caso Monte Carlo è un laboratorio di creatività per i più interessanti coreografi che hanno a disposizione una cinquantina di danzatori di grande livello e sensibilità. Anche le scene (meraviglioso il fascio di luce - maestro delle luci Dominique Drillot - illumina il piano inclinato che sostituisce il balcone) nella modernissima concezione lineare, sono supporto di assoluta coerente bellezza, e i costumi, che dire? Davvero non si rimpiange il tutù, per quanto riguarda le interpreti i corpi sono velati e valorizzati da una linea ieratica antica eppure modernissima, grandi Pignon-Ernest e Kaplan! La scena finale anch’essa, col suo carico di dolore troppo umano, è trasposta in un mondo quasi astratto, e ci coglie quasi di sorpresa. Annamaria Pellegrini