coreografia e regia Micha van Hoecke
assistenti al coreografo Miki Matsuse, Stefania Di Cosmo e Riccardo Di Cosmo
con i ballerini della compagnia Daniele Cipriani
guest Denys Ganio
solisti e corpo di ballo: Alessandro Burini, Andrea Caleffi, Benedetta Comandini,
Umberto Desantis, Susanna Elviretti, Maria Vittoria Frascarelli, Mattia Ignomiriello,
Ilaria Grisanti, Marco Lo Presti, Francesco Moro, Davide Pietroniro,
Lara Rocco, Madoka Sasaki, Mattia Tortora
maître de ballet Stefania Di Cosmo
scene di Benito Leonori
costumi di Anna Biagiotti
direzione musicale Fabio Castaldi
musiche dal vivo con "Pink Floyd Legend": Fabio Castaldi (Basso, Voce),
Alessandro Errichetti (Chitarra, Voce),
Emanuele Esposito (Batteria),
Simone Temporali (Tastiere, Voce),
Paolo Angioi (Chitarra Acustica, Elettrica e 12 Corde, Basso, Voce)
e con Michele Leiss – sassofono, Martina Pelosi, Sonia Russino,
Giorgia Zaccagni – cori, Andrea Arnese – Audio Effects, Keytar, chitarra acustica
luci di Alessandro Caso
audio Maurizio Capitini
video Andrea Arnese
Produzione Daniele Cipriani Entertainment s.c. e Menti Associate di Gilda Petronelli
in coproduzione con Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Trieste, Politeama Rossetti, 11 febbraio 2020
La luna con il suo bagliore misterioso ci guarda fissa dall’alto del palcoscenico, arricchendo il buio della notte di suggestioni. La chitarra elettrica sembra darle voce, urla le contraddizioni irrisolte dell’esistenza umana, le pulsioni senza fine degli animi tormentati. È questa l’atmosfera astrale e psichedelica di “SHINE! Pink Floyd Moon”, tributo-spettacolo alla band inglese, creato da Micha van Hoecke, coreografo russo-belga tra i più celebri della scena contemporanea. Un inno corporeo a “musiche che, nell’immaginario collettivo, sono legate alla giovinezza interiore di tutti noi”, sonorità acroniche capaci di costruire un ponte visionario tra rock e tradizione classica. A danzarlo è la fresca compagnia Daniele Cipriani che si divide la scena con l’acclamata band Pink Floyd Legend, gruppo italiano riconosciuto tra i migliori da pubblico e critica nel riprodurre il sound del gruppo art rock che ha fatto epoca.
Lo spunto che ha ispirato lo show è stato il famoso brano “Shine on You Crazy Diamond” (1975) in cui veniva riecheggiato Syd Barrett, compagno di Roger Waters, Nick Mason, Richard Wright e David Gilmour, che si era perso negli argentei paesaggi lunari, intesi metaforicamente come malattia mentale. Le onde sonore si mutano poi continuamente in onde visive, in un affresco affatturante ed arcano che rapisce lo spettatore. Musica e coreografia si intrecciano in un unicum di immaginazione e speranza, sole armi per contrastare lo squallido materialismo della quotidianità. La narratività s’invera sin dall’inizio della performance, quando appare la figura di Syd, anziano e malato (impersonato da Denys Ganio, primo ballerino di un tempo della compagnia di Roland Petit), che a sua volta rivede il ricordo di sé giovane materializzato da Mattia Tortora, alter ego vigoroso e vivace. Entrambi si rincorrono e si dividono seguendo un fil rouge che lega il passato al presente, esplorando il lato oscuro della vita, inteso come folle poesia e fantasia ma anche come inclinazione luminosa che spinge l’uomo alla conoscenza della realtà e a tessere rapporti con gli altri. Gli episodi di balletto si susseguono in infinite combinazioni, caleoidoscopio imprevedibile di situazioni concrete ed allusioni appena evocate, ben espresso da danzatori coesi e versatili accolti in un progetto scenografico che fa uso di videoproiezioni e laser show. Su tutto brilla l’espressione vitalistica e destabilizzante di “Another Brick in the Wall”, riproposto anche nel bis finale.
Elena Pousché