Balletto in due atti dal racconto Der Nussknacker und der Mäusekönig di E.T.A. Hoffmann (1816)
Coreografia e regia di Rudolf Nureyev ripresa da Aleth Francillon e Manuel Legris.
Musica di Pëtr Il’Ič Čajkovskij.
Scene e Costumi di Nicholas Georgiadis. Luci: Andrea Giretti.
Con: Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko, Agnese Di Clemente, Claudio Coviello, Alice Mariani, Navrin Turnbull, Virna Toppi, Nicola Del Freo, Martina Arduino, Jacopo Tissi,
il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto da Manuel Legris,
il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Marco De Gasperi
e con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri.
Produzione Teatro alla Scala.
Orchestra del Teatro alla Scala. Direttore: Valery Ovsyanikov
MILANO, Teatro alla Scala, dal 17 dicembre 2022 all’11 gennaio 2023
Lo Schiaccianoci alla Scala: l’atteso ritorno della versione Nureyev
Mistero, magia, modernità, psicologia, tumulti, sfide e profondità sono alcuni dei tratti che si possono, a rigore, associare alla versione dello Schiaccianoci siglata da Rudolf Nureyev negli anni Sessanta del secolo scorso e oggi tornata alla Scala dopo sedici anni dalle ultime recite. Un ritorno trionfale e lungamente atteso che il Piermarini riserva al titolo inaugurale della stagione di balletto configurandosi, altresì, quale memoria storica del contributo irrinunciabile del noto divo della danza, di cui nel 2023 ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa. Una versione, questa, molto amata dai ballettomani milanesi e che per undici recite, più l’Anteprima Giovani, ripropone l’allestimento di Nicholas Georgiadis, rinnovato nel décor e nei costumi proprio dalla Scala nel 1987. Un appuntamento irrinunciabile, si diceva, che consente ad alcuni artisti della troupe milanese, sotto la supervisione di Manuel Legris e Aleth Francillon incaricati della ripresa coreografica, di scoprire per la prima volta i noti linguaggi tersicorei e gli affondi drammaturgici pensati da Nureyev. Una versione, questa, poco prossima alle edulcorate edizioni che sovente riempiono i cartelloni natalizi dei maggiori teatri del mondo dal momento che predilige, di converso, un’analisi impegnativa, onesta e spietatamente autentica di quel soggetto che nella partitura di Čajkovskij ha avuto il pregio di trovare i medesimi intenti così a lungo affievoliti e smussati in altri ambiti coreografici e drammaturgici.
La vicinanza con il testo di E.T.A. Hoffmann - fonte cardinale del balletto - è palese come pure le modulazioni interpretative imposte ai personaggi che consentono, per l’appunto, di misurare non unicamente lo stato dell’arte della compagnia ma altresì la levatura degli artisti impegnati. Sotto tale profilo è da segnalare che il lavoro svolto con il corpo di ballo ha consentito di mostrare definitivamente una troupe in grande spolvero, efficacissimi gli impegnativi rilievi tecnici imposti dalla versione qui proposta con particolare riguardo alle ventiquattro danzatrici e due soliste del Valzer dei fiocchi di neve e alle dodici coppie del Valzer finale e dell’apoteosi che sono l’occasione per tornare a godere di sincronismi, estetiche e disegni coreografici articolatissimi. Per le sfide legate alle letture freudiane dei personaggi che incardinano il balletto abbiamo seguito il debutto di Agnese Di Clemente e Claudio Coviello. Il primo ballerino scaligero non è nuovo alle pennellature coreografiche firmate da Nureyev e sovente Sipario ha evidenziato le peculiarità del danzatore nel riproporre sfumature tecniche tipiche di tale linguaggio e che torniamo a riconfermare anche in questa occasione: abile nel gestire la duplicità del personaggio di Drosselmeyer e del Principe, convincente e risoluta la tecnica sfoggiata nelle complicatissime modulazioni coreografiche previste per tale doppio ruolo. Di Agnese Di Clemente emergono, in particolare, le appropriate e consone nuances infantili conferite nel primo atto e se migliorabili appaiono talune complessità tecniche che sostanziano gli impegnativi segmenti del personaggio, globalmente si può ritenere superata la prova a loro affidata: ambedue in scena anche il prossimo 28 dicembre. Degna di menzione la verve disinvolta di Domenico Di Cristo nel ruolo di Fritz e di Camilla Cerulli in quello di Luisa, la solenne sensualità di Maria Celeste Losa e Gabriele Corrado nella danza araba, la gaiezza della danza cinese affidata a Mattia Semperboni, Christian Fagetti e Andreas Lochmann, come pure la risolutezza tecnica di Vittoria Valerio, Gaia Adreanò e Nicola Del Freo nella danza degli zufoli-Pastorale.
Netta e definita la direzione di Valery Ovsyankikov di questo grande classico che non poteva non tornare ad essere rispolverato sul palco del Piermarini proprio adesso con la direzione di Manuel Legris, testimone di prim’ordine delle creazioni Nureyev che alla Scala, com’è noto, hanno segnato e seguitano a definire una delle strutture cardinali dell’identità del Balletto scaligero. L’omaggio al divo della danza e il legame con l’eredità concessa al teatro milanese prosegue, altresì, con l’esposizione nel Ridotto Palchi Arturo Toscanini del corpetto indossato da Rudolf Nureyev nelle recite dello Schiaccianoci alla Scala e del costume di Carla Fracci nel ruolo di Clara, entrambi realizzati su figurini di Nicholas Georgiadis. L’auspicio è che questa versione possa tornare ad anni alterni a riempire il cartellone natalizio scaligero così come accaduto nelle ultime tre riprese del titolo consentendo, in tal modo, di rispolverare frequentemente un altro cavallo di battaglia della troupe milanese.
Vito Lentini
Il successo collezionato dalla coppia della recita di apertura Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko si potrà tornare ad apprezzare in Italia il 5 gennaio alle ore 21.15 su RAI 5 e su RAI Play e all’estero sulla piattaforma digitale Medici Tv dal 6 gennaio, in teatro imperdibili saranno gli altri cast: Alice Mariani e Navrin Turnbull nelle recite del 30 dicembre e del 3 gennaio; Martina Arduino e l’artista ospite Jacopo Tissi impegnati nella recita di fine anno, il 4 e il 7 gennaio; Virna Toppi e Nicola Del Freo il 5 gennaio e la serata conclusiva dell’11 gennaio.