coreografia di Adriano Bolognino
con Rosaria DI Maro, Laura Miotti, Serena Pomer, Roberta Fanzini, Noemi Caricchia, Ines Giorgiutti
musiche originali Vito Pizzo A vinged victory fot the Sullen – Adios, Florida
disegno luci Gianluca Sacco
costumi Rosaria DI Maro con i lavori di Adriano Bolognino
produzione Korper – Centro Nazionale di Produzione della Danza, Rum for Dans, Orsolina28
rassegna NID Platform - New Italian Dance Platform
Vicenza, Teatro Comunale, 12 ottobre 2024
Chi rincorre in un sogno spera di avverarlo, con convinzione e fatica. Lo si insegue, si cerca di afferrarlo ma purtroppo non è così per tutti, è nell’ordine delle cose. Questa però non è solo una delusione, ma una tragedia. Del mare. Del Mediterraneo. Samia è ragazza, atleta, sognatrice, simbolo, e di tutto questo il coreografo Adriano Bolognino porta in scena lo spettacolo dal titolo omonimo. Pur essendo una valida performance di arte contemporanea danzata da sei ottime professioniste, trainate dalla brava Rosaria DI Maro, Samia è simbolo di una storia vera e tragica, che sposta ancor di più di altri momenti la mente in un invito a riflettere sulle cose che avvengono nel mondo. Lo fa con estrema forza, sulla sua storia di ragazza e atleta che insegue quel sogno, di essere, fare, diventare. Svoltare una vita, com’è giusto che possa essere. Fa venire i brividi, quelli veri, una storia come questa di cui purtroppo il mondo è pieno. Samia è simbolo, diventa una e tutti quelli che hanno il destino manomesso da bastoni fra le ruote, che si trasforma in morte. La ragazza infatti muore durante uno dei numerosi naufragi, zona Lampedusa, una delle tante tragedie del mare, pronta per raggiungere un’Europa che sta a discutere degli eventi. Samia Yusuf Omar nella performance di Bolognino si amplifica, diventa più donne, e uomini, simbolo di altri corpi, altre esistenze diverse ma uguali. Nella storia finale, sempre difficile, impossibile da accettare. Bolognino abbandona giustamente la luce, abbandona i colori degli ultimi suoi spettacoli per ambientare tutto in uno spazio angusto e nero, solo nero variante, compresi i costumi della stessa Di Maro, con gli interventi dello stesso coreografo. Nelle prove sceniche le danzatrici, tutte molto affiatate, compiono diversi sforzi per elaborare, prendere il salvagente per non annegare, rincorrendo come Samia e per Samia un desiderio. Difficile sapere esattamente com’è andata in quel frangente, certo è che Bolognino, la Di Maro e le loro compagne di danza omaggiano sentitamente la giovane ragazza somala, la sua estenuante lotta. Fatta di confini dentro e fuori dal mondo, pronti a essere superati e vinti, ma quelle conquiste non arriveranno mai. Samia è per forza, appunto, simbolo, forte, di ingiustizia, e si assimila agli altri tragici destini. La coreografia diventa sogno da raggiungere, diventa confine da abbattere e lotta impari col destino. Ultimo spettacolo in programma della NID Platform di Vicenza, Samia parla anche attraverso un silenzio di scena che è paradossalmente un grido forte, disperato, e si svela nei vorticosi, sobri movimenti di grande effetto e resa che fanno sì che quella giovane non sia dimenticata. Simbolo, insomma, ancora e per sempre. Samia è in tutti noi, siamo noi. E noi siamo lei, loro, i disperati e invisibili del mare omicida. La performance non può che essere un pugno nello stomaco ma richiama speranza, trasporto del ricordo. Bravo Adriano Bolognino, brava Rosaria Di Maro e le altre danzatrici. La NID Platform vicentina si congeda così, con emozioni forti e tanti applausi. Francesco Bettin