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TRILOGIA DELL'ESTASI – regia, coreografia, scene, luci Roberto Zappalà

"Trilogia dell’Estasi", regia, coreografia, scene, luci Roberto Zappalà "Trilogia dell’Estasi", regia, coreografia, scene, luci Roberto Zappalà

Trilogia dell’Estasi l’Après midi d’un Faune-Boléro-Le Sacre du Printemps
Regia, coreografia, scene, luci Roberto Zappalà
Musica Claude Debussy, Maurice Ravel, Igor Stravinskij
Danzatori Samuele Arisci, Faile Sol Bakker, Giulia Berretta, Andrea Rachele Bruno, Corinne Cilia, Filippo Domini, Laura Finocchiaro, Anna Forzutti, William Mazzei, Silvia Rossi, Damiano scavo, Thomas Sutton, Alessandra Verona, Erik Zarcone
Drammaturgia Nello Calabrò
Assistente alle coreografie Fernando Roldan Ferrer
Costumi Roberto Zappalà in collaborazione con Veronica Cornacchini
Realizzazione costumi Majoca
Realizzazione scene Peroni s.p.a.
Goatmask Giada Russo Art Atelier
Nuova Creazione Coproduzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Centre Choréographique National de Rilieux-la-Pape
Fondazione i Teatri di Reggio Emilia, MilanOltre Festival, Teatro Massimo Bellini di Catania
In collaborazione con Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Teatro del Giglio di Lucca 16 febbraio 2025

www.Sipario.it, 19 febbraio 2025

La Trilogia dell’estasi di Zappalà è un’umanità in divenire      

La cornice del Teatro Municipale di Piacenza ha ospitato nell’incanto, lo spettacolo della Trilogia dell’Estasi della Compagnìa del coreografo catanese Roberto Zappalà, tratto dalle opere ballettistiche del Boléro, L’Après Midi d’un Faune e Le Sacre du Printèmps, in un tripudio di applausi, in un’atmosfera rarefatta intrisa di molteplici sfumature emotive amplificate dalle stesse colonne sonore autentiche di Ravel, Deboussy, Stravinskij. La cifra stilistica dell’autore, ormai consolidata negli anni, ed apprezzata in Europa, con titubanza e doveroso rispetto si è accostata alle suddette partiture, con riverenza, come lo stesso Zappalà ci racconta dietro le quinte, …“ ho atteso quasi un decennio prima di mettere mano a questi capolavori, avvicinati con pudore e rispetto, nel mantenere l’autenticità degli accenti sulla partitura musicale, pur modellandone la forza e l’intensità dei gesti e i movimenti danzati, al servizio di un mio costrutto narrativo, nel descrivere con l’aiuto drammaturgico di Nello Calabrò, le fragilità e la potenza di un’umanità varia”. Tema che da molti anni è di interesse e sviluppo nella scrittura coreografica, il rapporto della transumanza dei popoli in relazione ai temi socio culturali e dei costumi che cambiano, mutano e si trasformano nel tempo. Lo stesso assistente alle coreografie, Fernando Roldan Ferrer sottolinea che, al suo esordio, lo spettacolo, con orchestra dal vivo ha reso necessario un importante lavoro di approfondimento sulla lettura degli spartiti musicali delle tre opere, per definire accenti e note su cui poggiare gli interventi danzati e soprattutto i significati dei gesti corporei assunti a trait d’union per esprimere gli stati emozionali profondi. Ciò ho potuto constatarlo personalmente, da un altro punto di vista, assistendo e partecipando alla selezione di alcuni figuranti necessari in scena per i quadri mimici, per amplificare le azioni che di volta in volta la narrazione richiede. L’omaggio al film di Kubrick, con le figure incappucciate, evocante l’orgia mascherata di una società segreta, scrutano e  decretano il destino delle persone. Lo spettacolo che inizia e finisce svelando l’incanto nell’atmosfera attuale condivisa di una collettività travolta dalla musica assordante di un Rave party, si nutre di un cerchio di luce come linfa vitale, in cui la rete intrappola le persone, come nella metafora della vita. Scenografie a piena parete senza quinte, o pennellate di significanti, messaggi, insegne, come quella al neon del ring, in cui i danzatori si muovono nello spazio, in un corpo a corpo senza fine. O  come nel caso del Fauno, interpretato da Filippo Domini, sopra ad un circoscritto tappeto evocante i ricordi di un mosaico antico, e la simulazione di una inseminazione con le mani della genesi simbolica dell’uomo, si fonde nel delirio della notte dei tempi.   

Emanuela Cassola Soldati

Ultima modifica il Sabato, 22 Febbraio 2025 18:49

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