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UNA NOCHE CON SERGIO BERNAL - con Sergio Bernal, Cristina Cazorla, Carlos Romero

"Una noche con Sergio Bernal" - Daniel Jurado (chitarra), Paz de Manuel (voce), Javiier Valdunciel (percussioni) "Una noche con Sergio Bernal" - Daniel Jurado (chitarra), Paz de Manuel (voce), Javiier Valdunciel (percussioni)

con Sergio Bernal, Cristina Cazorla, Carlos Romero,
Daniel Jurado (chitarra), Paz de Manuel (voce), Javiier Valdunciel (percussioni)
produzione Daniele Cipriani Entratainmrent
al teatro Municipale, Piacenza, 2 marzo 2025

www.Sipario.it, 3 marzo 2025

È stato lanciato da Michail Baryšnikov, può essere considerato il Roberto Bolle spagnolo, ha fascino e grinta da vendere, Sergio Bernal è il nuovo divo del flamenco, erede per bellezza e carisma delle rare star maschili del «baile andaluso», dal tenebroso Joaquín Cortés all'insuperabile Antonio Gades. Tutto questo in Una noche con Sergio Bernal c’è, ma sta sullo sfondo. Il flamenco nei muscoli e nell’armonia coreutica di Bernal assume un lindore classico, perde il carattere folclorico per concedersi all’armonia della grande tradizione del balletto neoclassico. Sergio Bernal e la sua compagnia portano in scena la tradizione del flamenco, ma, per così dire, riletta dalla purezza della classicità, dalla leggerezza delle punte e delle mezze punte, anche se coesistono le scarpe da flamenco, in rumore dei tacchi sul palcoscenico, il batter di mani, la seduzione, l’ancheggiare, il toreare con tanto di mantello, rosso fuoco. Ciò che ci deve essere c’è, ma reso essenziale, pulito dai suoi eccessi Mediterranei e quasi reso essenziale, trattenuto ma non raffreddato. Ad accompagnare gli assoli o i pas de deux con Carlos Romero e Cristina Cazorla sono Daniel Jurado alla chitarra, Javier Valdunciel alle percussioni e la voce potente e antica di Paz de Manuel. Ma l’incontro di accademia e flamenco, balletto classico e danza folclorica nella reinvenzione linguistica di Bernal e della sua compagnia con coreografie dello stesso ballerino madrileno e di Antonio Ruiz Soler, Ricardo Cue, Josè Manuel Alvarez  è ben chiaro nei pezzi El ultimo encuentro, su musica di Alberto Iglesias, ma ancor di più nei due assoli finali: El cigne su musica di Camille Saint Saens e ovviamente del Bolèro di Maurice Ravel con la coreografia dello stesso Benal nel trittico finale di un recital che sa scaldare il cuore, far vibrare le signore in sala e non solo le signore. L’omaggio al Lago dei cigni da un lato e la chiusura del Bolero di bejartana memoria — l’occhio istintivamente va a cercare quei movimenti — sono in un certo qual modo la dichiarazione di un’estetica, di un lavoro che il ballerino spagnolo conduce con consapevolezza sulla tradizione del flamenco, non disconoscendo coloro che hanno portato la danza iberica al di fuori dei confini spagnoli, ma innestando su di essa il gusto del neoclassico e del contemporaneo. Tutto ciò si compie nel segno di un linguaggio universale della danza che recupera il recital delle grandi ètoiles del balletto classico e va in cerca della festa passionale e seduttiva del flamenco. Tutto ciò coesiste in Una noche con Sergio Bernal ed è un tripudio di applausi che rendono giustizia alla stella del flamenco classico e all’intuizione produttiva di Daniele Cipriani.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Sabato, 08 Marzo 2025 06:32

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