mercoledì, 26 marzo, 2025
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UNARMOURED – concept e coreografia Clara Furey

“Unarmoured”, concept e coreografia Clara Furey. Foto Roberto De Biasio “Unarmoured”, concept e coreografia Clara Furey. Foto Roberto De Biasio

Concept e coreografia Clara Furey
con Clara Furey, Chéline Lacroix, Justin de Luna, Brian A. Mendez
musiche Twing Rising
produzione Bent Hollow Cie
produzione esecutiva Parbleaux
Festival Danza in Rete 2025 – Danza in Rete Off
Vicenza, Palco del teatro Comunale, 2 marzo 2025 – Prima regionale

www.Sipario.it, 5 marzo 2025

Come spesso accade, la sezione Danza in Rete Off del festival DIR, a Vicenza, rivela sorprese niente male, come questo lavoro della coreografa Clara Furey, interprete ad altri tre performer della sua stessa creazione. Unarmoured è un lavoro sull’erotismo che sa sorprendere, e che è stato presentato direttamente sul palcoscenico della grande sala vicentina del teatro Comunale per un pubblico di un centinaio di persone, una platea creata appositamente. Una creazione, quella dell’artista canadese, dal taglio molto sensuale e dai movimenti danzanti sia tecnici che sinuosi, lavorati dai ballerini ora all’unisono, ora per conto proprio, o in due. Una danza nel segno del tema citato, un muoversi liberi, da quell’armatura del titolo innanzitutto. I quattro danzatori si alternano nelle intersecazioni, da uno diventano quattro poi si sciolgono e ritornano in singolo o in due, è qui che ci si inoltra nel corpo come significato dal movimento aperto, disposto, corpo che è e diventa sempre più turbinio emotivo, relazione animalesca stretta. Con questo linguaggio danzante la Furey mette sul campo i propri pensieri, affidandoli sia a se stessa che ai suoi tre compagni, e indaga il corpo e le sue velleità, le sue azioni, in una ricerca spasmodica e razionale di ciò che si è dentro e fuori. Corpo ed erotismo, dunque, in un percorso razionale propriamente indagante, che a ben vedere parte da lontano: la convinzione della coreografa, peraltro non solo apprezzabile ma estremamente veritiera, è che l’erotismo è collegato al corpo, e ciò è naturale, ma anche il corpo è collegato a diverse congiunzioni astrali, al movimento delle maree, al muoversi della luna, all’oscurità e al suo significato rapportatole. Negli atti sessuali mimati con soave movimento, nelle esplorazioni dei corpi, nelle sessioni diverse tutti i movimenti sono catartici, danno ampio respiro. Ed è quindi logico che le stesse sessioni ritmiche sono costruzioni spontanee, composizioni coreografiche che ci toccano. E’ curioso l’abbigliamento dei quattro danzatori, dalle mises suburban, pantaloni larghi e maglietta, scarpe on the road, e sembra di stare a Brooklyn o a Manhattan, o in uno dei quartieri europei di città moderna, ritmica. Dopo le esibizioni singole, in coppia e a tre, quattro, rivolte sempre eroticamente al proprio io intimo, con richiami masturbativi, amplessi ondeggianti, l’erotismo cerca di conglobare anche il resto dei giorni, delle esistenze, con passaggi pure di violenza e di sfrenata danza di tempo libero. In fin dei conti l’erotismo è parte di ognuno di noi, che si voglia o meno, ed è parte dell’universo. Clara Furey ha messo in scena una nuova sua curiosità, che lei stessa dichiara: come il corpo si sia rapportato al nuovo erotismo avanzato dopo la nascita del suo secondo figlio, e come tutto abbia ancora e in che modo una relazione, con, ad esempio, l’ispirazione che viene dalla poesia, con altri interessi annessi che la stessa coreografa ammette, e che s’insinuano nel lavoro presentato, come ad esempio quello dell’astrofisica. Un approfondimento, che passa anche attraverso onde, coadiuvato da una musica assonante, d’impatto importante e firmata dal fratello della coreografa, una sorta di massa musicale gigante ed estenuante, a battitura continua. Ne esce una sensualità a tratti dolente, urbana appunto, tecnicamente di grande suggestione. La stessa che ha colpito gli spettatori, decisamente a favore, trasportati, applaudenti.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Domenica, 09 Marzo 2025 09:14

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