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WINTER VOYAGE - coreografia Emanuel Gat

Winter Voyage Winter Voyage coreografia Emanuel Gat

coreografia: Emanuel Gat
musica: Franz Schubert
con Roy Assaf, Emanuel Gat
La sagra della primavera
coreografia: Emanuel Gat
musica: Igor Stravinskij
con Roy Assaf, Emanuel Gat, Lise Tiller, Mia Alon, Noa Gimelshtein
luci e costumi: Emanuel Gat
Roma Europa Festival, Palladium, 17 e 18 novembre 2007

Il Manifesto, 25 novembre 2007
Al Palladium la nuova promessa della danza israeliana, Emanuel Gat
Stravinskij, essenziale e geometrico

Invitato per il 2009 a firmare una creazione per il Balletto dell'Opera di Parigi, Emanuel Gat è uno dei volti nuovi della danza israeliana. Nato nel 1969, cinque figli dagli 11 anni ai 9 mesi, sposato con l'artista visiva Yifat Gat, ha fondato la Emanuel Gat Dance Company al Suzanne Dellah Center di Tel Aviv nel 2004. Dopo aver tentato di dare vita a un centro di coreografia nel suo paese, Gat sta proseguendo la sua avventura in Europa. Da ottobre si è trasferito in Francia, vicino a Aix-en-Provence. Anche grazie alla fiducia del festival di Uzés che ha partecipato da coproduttore dal 2004 a più di una creazione dell'israeliano, Gat ha riscosso oltralpe un successo che ha contribuito a portarlo in teatri di rilievo internazionale come il Lincoln Center di New York.
La settimana scorsa il RomaEuropa Festival ha ospitato Gat, alla sua prima volta nella capitale. Due i pezzi in scena al Palladium: Winter Voyage su tre dei ventiquattro Lieder di Franz Schubert del ciclo Winterreise (il 5, il 6 e il 24) e una versione molto fuori dai canoni de La Sagra della primavera di Stravinskij. Partiture tutt'altro che trascurabili. Gat, del resto, è arrivato alla danza dopo essersi formato alla Rubin Academy of Music. Il suo sogno era diventare un direttore d'orchestra.

I due pezzi sono del 2004: rappresentano perciò l'esordio della compagnia di Gat. Winter Voyage è un duetto, ballato da Gat insieme a Roy Assaf. Tuniche azzurre lunghe fino ai piedi, Gat e Assaf si muovono secondo una coreografia giocata su linee simmetriche. Sequenze sulle due diagonali con movimenti a specchio, diametralmente opposti, canoni e frasi in parallelo. È un pezzo di buona fattura, in cui osservare lo stile di Gat. Il danzatore e coreografo abbina un disegno nello spazio affidato con semplicità al moto dei piedi alla scrittura molto più dettagliata del movimento delle mani, dei polsi e delle braccia. Pura danza che non ci vuole raccontare nulla altro che il colore di una sensazione. La Sagra della primavera era il pezzo più atteso: molto osannato dalla critica internazionale da Le Figaro al Village Voice. La scelta di Gat in effetti incuriosisce. Prendere uno dei capolavori di Stravinskij, di cui esistono versioni strepitose da quella originale di Nijinskij a quella di Béjart e Pina Bausch. Gat non se ne preoccupa e trasforma il famoso rito pagano in una coreografia in salsa style. Ballano in cinque, Gat e Assaf, e tre donne. Il pezzo si consuma intorno a un tappeto rosso messo al centro: rapidi incroci a cinque ballati a stretto contatto dei corpi. Scambio di coppie, con una donna diversa che a turno balla sola, approccio interpretativo indifferente a ciò che accade. Il tutto ha i suoi momenti di ipnosi, anche se gli uomini, in questo cast in parte da poco rinnovato, sono molto più convincenti delle donne. Gat torna in Italia in maggio, al Reggio Emilia Danza con il nuovo trittico 3for2007: appuntamento per valutare lo sviluppo dal 2004 a oggi di questo giovane autore.

Francesca Pedroni

Ultima modifica il Venerdì, 11 Ottobre 2013 12:03

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