Autori Vari Per il napoletano Pasquale Squitieri, scomparso il 18 febbraio 2017, lungo gli anni 70 e 80 del secolo scorso sceneggiatore e regista di acceso impegno, quasi ogni film è un forte manifesto. Resti nella sua Napoli con Camorra e I guappi, tra angiporti sordidi e zone portuali del contrabbando, night rionali e lussuose residenze di mafiosi boss, o con Il prefetto di ferro scenda in Sicilia con storico sguardo a rapporti mafia-fascismo. Si volga a tenebrosi anni della Repubblica di Salò con Claretta, romanzata storia d'amore e di morte, o con Gli invisibili impatti su immigrati di colore costretti a vivere clandestini, ricattati, sottopagati, e con Il colore dell'odio affondi su cordiglio razzistico via via prevaricato da tragico intrigo alla Bonnie & Clyde. Squitieri è un sorta di Francesco Rosi d'eccesso, in cui la passione per la cronaca fa tutt'uno con soggetti in discussione, cercando di far dialogare con lo schermo la razionalità dello spettatore attraverso stimoli emozionali, coinvolgimenti vibranti, non importa se rudemente calcati. |