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Fantasmi d'amore. Il "Gotico" Italiano tra cinema, letteratura e TV di Roberto Curti

Fantasmi d'amore di Roberto Curti
FANTASMI D'AMORE. IL "GOTICO" ITALIANO TRA CINEMA, LETTERATURA E TV
Lindau, Torino, Euro 32.00, pp. 497

Con articolato discorso, anche in rapporto ad ascendenze letterarie indietro sino alla Scapigliatura dell'800 e nei più recenti riscontri televisivi, Roberto Curti incrocia il "gotico" del nostro cinema tra modalità di tempi, luoghi, regole e variabilità tematico-formali.

Lungo gli anni 40, da Gelosia di Poggioli al Trovatore di Gallone con preminenti valenze melò anche d'orientamento futuro, e nel decennio 1957-66 dal macabro-grottesco alla centralità della figura femminile con precise caratterizzazioni in prospettiva autoctona, per lo più "in chiave pulp, tra vampirismo e spiritismo", magari con demoniaco gusto del "doppio" sia "in altro da sé" che in un "altro da sé", e del pedale sessuale in onirica lugubricità di paesaggi e perversioni.

Al di là dei tanti centoni maldestramente abborracciati, può essere il cinema di Mario Bava abile a giostrare tra fantasmi dell'inconscio "amplificando la dimensione soggettiva e interiore della paura", pioniere di cui il figlio Lamberto sarà modesto epigono, o di Riccardo Freda con quella trattazione dell'orrore "faccenda cartesiana, un teorema da dimostrare con le immagini". Ma vi si allineano anche Antonio Margheriti scaltrito a muoversi dignitosamente anche con budget risicati, Massimo Caiano che fa di Amanti d'oltretomba una "vera e propria summa di situazioni, personaggi e schemi narrativi del gotico nostrano", il "gotico padano" di Pupi Avati col suo "incistarsi in un paesaggio rurale geograficamente localizzato" tra Bassa bolognese e Delta del Po, i thriller inquietanti di Dario Argento "compulsivo esploratore del visibile" in sanguinaria atrocità e satanico parossismo.

Altro discorso, invece, per la reincarnazione postmoderna del nostro gotico in "stallo creativo e linguistico" con surroghe che tendono a risolvere fantasmi d'amore in paranoie (Primo amore) o enfatiche soggettività (La solitudine dei numeri primi).

Alberto Pesce

Ultima modifica il Sabato, 16 Marzo 2013 12:40
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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