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William Walton. Tra Londra e Ischia tra musica da concerto e musica per film - Ermanno Comuzio

William Walton. Tra Londra e Ischia tra musica da concerto e musica per filmErmanno Comuzio
WILLIAM WALTON. TRA LONDRA E ISCHIA TRA MUSICA DA CONCERTO E MUSICA PER FILM
Grafital, Torre Boldone (BG), s.i.p., pp.127

(CINEMA - Alberto Pesce)

E' anche biografia, vita e opere, di William Walton, musicista "globale", per la scena, teatro d'opera e balletti, anche per banda. Soprattutto studio delle sue musiche per film. Col debutto Escape Me Never (1935) di Paul Czinner con un "tema romantico" variato in ritmi continuamente mutevoli e, l'anno dopo, sempre per Czinner, da Shakespeare As You Like It "poema orchestrale di cinque parti in relazione tra loro", era stato tale successo, da indurre Gabriel Pascal per Major Barbara (Il maggiore Barbara, 1940) a servirsi di Walton che tra bel canto, effetti percussivi, risposte melò "tocca tutti i tasti".
Per film del 1942, incubi di guerra, Walton resta in argomento, da The Foreman Wen to France (L'audace avventura) di Charles Frend da soluzioni gravi e dolorose epilogo "calmo e solenne", a The Fist of the Few (Il primo dei pochi) di Leslie Howard con splendido brano centrale tra preludio eroico e fuga allegro vivace.
Ma è con la "trilogia scespiriana" di Laurence Olivier che la musica di Walton rivela al grado massimo la propria "filmicità". Per Henry V (Enrico V,1944) Comuzio trova che la sua musica "si fa colta, studia storia e geografia e te le trasforma in favole ", per Hamlet (Amleto,1948) che "l'adesione della musica alle immagini nei significati voluti da Olivier ha del prodigioso" e per Richard III (Riccardo III, 1955) che la partitura gioca accortamente di varianti per caratterizzare personaggi e azioni.
In ogni caso, Comuzio fa maturare il discorso da una duplice premessa. Anzitutto, con una panoramica sulla musica inglese del primo Novecento, di cui si nutre "l'inglesità" di Walton temperata da "influsso mediterraneo e latino". E poi, sulla scia di che cosa debba essere la musica per il cinema, " ciò che da sola l'immagine non esprime", con una galleria di cinemusicisti inglesi, da cui filtra anche un'evoluzione dell'audiovisivo.

Alberto Pesce

Ultima modifica il Giovedì, 24 Ottobre 2013 18:13

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