Stefania Parigi NEOREALISMO. IL NUOVO CINEMA DEL DOPOGUERRA Marsilio, Venezia, Euro 25.00, pp. 365 (CINEMA - Alberto Pesce)
Quando, con la liberazione di Roma e nella primavera successiva il crollo del fascismo, sulla libertà e indipendenza conquistate a prezzo di duri sacrifici, persecuzioni, massacri, la realtà sociale e politica impone un vero e proprio processo rivoluzionario delle coscienze e delle idee, è il cinema che riesce a valutare per primo la situazione con animo ingenuo e partecipe, con uno sguardo al nuovo panorama ricco di prospettive storiche nuove e un altro, più indietro, allo strascico di angosce e dolori. E' questo il clima in cui esplode il neorealismo, atto di speranza prima che orientamento estetico, gran voglia di cogliere la realtà senza farsi fuorviare da precedenti regole e convenzioni. Ce ne offre una "summa" Stefania Parigi con un articolato saggio che sonda in profondità, ne chiarisce "genealogia" sin dalle suggestioni che di lontano vengono da altri campi artistici, e ne profila gestazione lungo testi teorici e presagi filmici, prima di aprire sul "catalogo" di un neorealismo che tende a "curvare il cinema verso l'orizzonte del vissuto, innalzare la vita quotidiana al rango dello spettacolo". Su questa ampia prospettiva, individuando pur "sotto il segno dell'ibridazione" plurime connessioni, e pur nella loro divaricazione poetiche di un "realismo percepito come luogo dell'identità nazionale", la Parigi analizza aspetti panoramici da viaggi altrove a "metafore astrali", caleidoscopio di temi dalla Resistenza alla cine-intermedialità e di figure umane d'infanzia, reduci, donne e strumentali di spostamento, varietà di forme rappresentative e narrative, e anche letture di risvolto lungo la radiografia di un dibattito teorico su un cinema neorealistico sulle cui spoglie, tra militanti di sinistra e cattolici, aveva finito per accentuarsi un processo di accaparramento ideologico.
Alberto Pesce
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