Gianni Volpi, Alfredo Rossi e Jacopo Chessa (a cura di) Con il Sessanta, rispetto al decennio precedente, per il nostro cinema è svolta, nuova e diversa strategia produttiva e distributiva, fioritura di opere e generi, più accesa circolazione di idee. Ma a mezzo del decennio, anche per riflesso di un contesto sociopolitico e culturale sostanzialmente immobile, il nostro cinema gradualmente allenta ogni tensione morale, si disimpegna su piacevolezze di tre o quattro generi di facile consumo. Di contro, dal 1965, provocatorie "barricate" di film "altri" vengono dalla mostra del "Nuovo Cinema" di Pesaro, e di rimbalzo, protagoniste di un nuovo "scrivere di cinema", tra inverno '66 e primavera '67, scendono in campo a Roma "Cinema&Film" con Adriano Aprà e altri suoi amici in uscita da "Filmcritica", e a Torino "Ombre rosse", cofondatore e direttore Goffredo Fofi, la prima con traguardo n 11-12 (estate-autunno 1970) e la seconda dal 1970 con depistaggio esclusivamente politico militante. Alberto Pesce |
Barricate di carta, "Cinema&Film", "Ombre rosse". Due riviste intorno al '68 - a cura di Gianni Volpi, Alfredo Rossi e Jacopo Chessa
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