Italo Moscati Quell'urlo in Roma città aperta di Anna Magnani popolana trasteverina amica di partigiani, falciata dal mitra di un tedesco nel disperato inseguimento del camion con cui stava per essere deportato l'uomo amato, quell'urlo, in una poesia di Pier Paolo Pasolini "quasi emblema, ormai", per Italo Moscati diventa "un urlo senza fine". Al di là di mitiche immagini, quali dopo Roma città aperta, anche madre frustrata nel viscontiano Bellissima, madre di errori e pietismi per amore del figlio nel pasoliniano Mamma Roma, tra illusive speranze in attrito con la realtà c'è anche la parte sommersa di un impegno dispiegato in più di quarant'anni di scena, 50 film e altrettante interpretazioni teatrali e riviste genere a lei congeniale. Vi interferiscono pause avvilenti, anche affetti segreti e strazianti, dopo scacco del matrimonio con Goffredo Alessadrini, tante impennate d' amori anche con Massimo Serato da cui figlio Luca, per Anna incrollabile e dolente affetto della sua vita. |