di Felicia McCarren ONE DEAD AT THE PARIS OPERA BALLET. LA SOURCE 1866-2014 OXFORD UNIVERSITY PRESS, pag. 224 - £. 25,99 (paperback), £. 81,00 (hardback) (TEATRO - Vito Lentini)
I complessi temi sociali proposti in One Dead at the Paris Opera Ballet. La Source 1866-2014. Quattro storiche rappresentazioni del balletto La Source conducono il lettore del nuovo volume One Dead at the Paris Opera Ballet. La Source 1866-2014 in un intreccio di temi sociali che includono l’etnia, il genere, la religione e finanche le questioni ambientali. È un’ermeneutica inusuale negli studi applicati alla danza quella adottata dall’autrice Felicia McCarren - Docente di Francese alla Tulane University di New Orleans e membro del seminario in storia culturale della danza dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi - volta ad abbracciare, sotto diversi rispetti, la convinzione che il balletto, “dal momento che è veicolo di idee, è aperto all’interpretazione [e] La Source, nel tempo, offre nuove prospettive che ridefiniscono temi senza tempo come ‘l’Oriente’ e ‘la Natura’. Significati e ricezione possono cambiare - prosegue l’autrice - poiché il balletto è rappresentato davanti ad un pubblico influenzato dall’attualità e che può leggere in molti modi diversi ciò che la coreografia rende visibile”. Un orientamento gnoseologico reso ancor più autentico e fondato alla luce dell’annus horribilis attualmente in corso e che plausibilmente potrà imporre un ripensamento dell’atto coreutico seguendo i lineamenti metodologici proposti in questo studio. Un volume che intende squadernare le idee che hanno corroborato il balletto di Delibes e Minkus in quattro momenti storici distinti - 1866, 1875, 2011 e 2014 - contestualizzando e delineando i tratti peculiari di questo titolo in dialogo con le politiche ambientali ed identitarie delle epoche considerate. Sono quattro i capitoli che accolgono gli studi condotti sulle versioni prese in esame, i titoli emblematici scelti per ciascuna sezione annunciano i complessi percorsi tematici evocati e proposti con dovizia fra le pagine dedicate all’environmental ballet: “The Natural History and Cultural history of La Source, 1866”, “La Source after Suez, 1875”, “Not the Arab Spring: La Source, 2011”, “Resources: La Source, 2014”. Questioni complesse, dunque, che risfoderano le peculiarità di un’arte, quella della danza, capace di svelare, mediante il ricorso all’intrigo drammaturgico, temi e concetti mai inusuali: ibridismo, selezione, adattamento, ecologia, identità. “Perché ignorarli e perché tenerli separati dalle altre storie?” si chiede l’autrice imponendo una risposta che potrebbe spalancare, why not?, itinerari simili anche negli altri titoli del repertorio ballettistico: è un fausto auspicio!
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