Igor Esposito e Peppino Mazzotta La storia è ambientata a Mantova con tutto quello che porta con sé una vita in una città del Nord. Leandro, il Profeta, non ha particolari caratteristiche. Porta avanti la sua esistenza con semplicità pur avendo il dono di sapere copiare tutto, non crea opere sue perché non ritiene arte dipingere ma solo il copiare: Io volevo solo salvare, o meglio, prolungare la vita alla bellezza, e la bellezza non sempre ha a che fare con l’originalità. Ha la passione delle bollette sportive che lo accomuna ad un gruppo eterogeneo di uomini, tutti molto bene descritti e degnamente coprotagonisti della storia. Con il Negro, Maometto, Vesuvio, Tacito, Boccaccio, Marlon Brando (tutti soprannomi non scelti a caso) il lettore attraversa e viene catturato da un mondo in cui il gioco, così come sappiamo tutti, ti lusinga e ti divora, fanno debiti per giocare le loro bollette al punto scommesse Snai, rigorosamente Snai perché le varie Better etc, non sono degne di considerazione, in questo sono dei veri ‘puristi’. Fin qui nulla di particolare ma invece l'interesse risiede nel mondo raccontato attraverso i protagonisti. Penso all'amore per la cucina di Vesuvio con accenno alla mancanza di gusto dei prodotti ittici del Nord rispetto a quelli di Napoli, della Pietra Salata. O alla passione per la storia di Roma di Tacito e quella per il tango del Negro.Per non parlare dell’amore folle per il teatro di Marlon Brando. E poi arriva il grande azzardo ed anche questo è ben annunciato, costruito, si arriva per passi e con interesse crescente. Un romanzo riuscito, forte di una scrittura mai sciatta, ma curata in ogni dettaglio grazie alla quale i protagonisti vengono fuori come macchie di colore disegnati da Tiziano, ma forse sarebbe meglio dire come ombre di Caravaggio. Anche le pause nel racconto sono dosate in modo tale da non stancare mai ma anzi da accattivare ad ogni pagina. Spero fortemente che da questa opera se ne tragga una sceneggiatura per il teatro e per il cinema. Imperdibile. Roberta D'Agostino |
L'azzardo di Igor Esposito e Peppino Mazzotta
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