LA SORTE DELL'IRONIA DI MANLIO SANTANELLI Leggendo un'opera di Manlio Santanelli ho sempre l'impressione che il vocabolario italiano non basti per scriverne nel modo giusto. L'universo del drammaturgo è vasto, originale, unicamente suo. Certo, la vasta conoscenza della tradizione teatrale napoletana lo fanno muovere con passi sicuri, e non mancano nella sua opera rimandi a Ionesco, Beckett e ad altri, ma Santanelli è unico. Cominciamo dal titolo, "La sorte dell'ironia", del primo volume della linea rossa collezione di teatro diretta da Antonio De Rosa (Edizioni MEA); si tratta di un piccolo colpo genio tale titolo perché ti colpisce e ti spinge a leggere il libro, e tra le pagine ti accorgi che nulla fu più azzeccato.L'introduzione all'opera, a cura dello stesso Santanelli, è la chiave di accesso per la lettura: "Io non credo nell'esistenza di una scrittura unica che sottenda l'intera opera di uno scrittore - dice l'autore - bensì di tante scritture quante sono le opere dello stesso. La scrittura di un drammaturgo va ad affondare le sue radici in quella interiorità da cui prendono le mosse i principali stimoli della vita". Ed è proprio così che si muove Santanelli; gli stimoli della vita sono l'alimento delle sue opere. Un guizzo, un attimo, un fatto sono la scintilla che fa nascere uno scritto. In questo volume sono contenuti: "La solitudine si deve fuggire" un monologo in cui la protagonista è una donna sola sui sessant'anni che trova un originale modo per vincere la sua solitudine. La figura della donna è dominante in questa opera, come in quasi tutte le opere di Santanelli; di esse è un osservatore scrupoloso che ne restituisce i mille volti, le arricchisce di una linfa vitale incredibile rendendole anche ironiche. Eroine quotidiane sempre indimenticabili. "Una domanda di desiderio" è un'analisi del rapporto di coppia dove, come suggerisce Marino D'Amora nelle sue conclusioni, si parla del "concetto psicanalitico di rimosso e rimozione". Uno spaccato di vita quotidiana con tanto di meschinità maschile e furbizia femminile. I due atti che compongono" Un gioco di pazienza" rimandano a "La bisbetica domata" di Shakespeare con un ribaltamento dei ruoli interessante. Il sorriso accompagna il lettore che pensa di fare un comodo e rilassato viaggio tra le parole; ben presto si trova in un mondo dai contorni sempre più sfumati. L'esistenza, la norma, tutto quello che è considerato abituale, confortevole, quotidiano, viene messo in discussione. Santanelli è un cesellatore di pagine, un artista della penna che permette ai lettori e agli spettatori, quando le sue opere vengono trasposte sulle scene, di bagnarsi nei colori dell'assurdo, dell'irrazionale tenendo sempre quel sorriso sulle labbra che, però, a poco a poco, si trasforma in un ghigno. Magico cofanetto di emozioni, questo libro, confezionato per cercare di arrivare al sublime attraverso la lettura. |
LA SORTE DELL'IRONIA DI MANLIO SANTANELLI - Curatore: Antonio De Rosa
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