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ALICE - direttore Matteo Franceschini

"Alice", regia Caroline Leboutte. Foto Fondazione Haydn Stiftung "Alice", regia Caroline Leboutte. Foto Fondazione Haydn Stiftung

Opera 20.21 Once upon a time, c'era una volta, es war einmal...
Alice
Compositore MATTEO FRANCESCHINI
Libretti EDOUARD SIGNOLET
Editore CASA RICORDI S.R.L
Direttore D'ORCHESTRA ROSSEN GERGOV
Regia CAROLINE LEBOUTTE
Scenografia e costumi AURÉLIE BORREMANS
Lightdesigner NICOLAS OLIVIER
Personaggi e interpreti
Alice: GIULIA BOLCATO
Sorella Maggiore, Lacché, Bruco, Cappellaio Matto, Narratore 1: Laura Catrani
Falsa Tartaruga, Cuoca, Lepre Marzolina, Regina, Narratore 3: Cecilia Bernini
Coniglio Bianco, Bambino/Porcellino, Ghiro, Lacché, Narratore: Ugo Tarquini
Duchessa, Gatto, Re, Narratore 4: Matteo Mollica
ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO
Bolzano, Teatro Comunale 5, 6 giugno, 2021

www.Sipario.it, 6 giugno 2021

La produzione era attesa dal dicembre 2019 per onorare l’assegnazione del riconoscimento al compositore alla Biennale Musica 2019, quando Alice di Matteo Franceschini, tratta dal capolavoro di Lewis Carroll, inaugurò la stagione “RegioYoung”, del Regio di Parma, che presenta con regolarità su opere nuove, come proposta rivolta al pubblico dei più piccoli. Si è trattato quindi, al Teatro Comunale di Bolzano di una prima assoluta in forma scenica che, in una versione semi-scenica e più lunga, ha già visto la luce a Parigi nel 2016, in coproduzione l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Qui a Bolzano era inserita nel progetto Opera 20.21 Once upon a time, c'era una volta, es war einmal... attuato dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento come secondo spettacolo della rassegna di opera musicale del nuovo secolo. Pubblico contingentato: si entra al Comunale di Bolzano con Green Pass vaccinale provinciale, che non ha ancora riscontri nel resto d'Italia, e mascherina regolamentare. Alice, una ragazzina di buone maniere, insegue un frettoloso coniglio bianco e si perde in un mondo labirintico e assurdo. Ma la follia è una zona grigia e insidiosa: se non c’è più senso, se il mondo è pazzo, quali scelte sono giuste? In quale direzione andare? Alice, semplicemente, si perde! Alice dovrà allargare le sue vedute per capire che la pazzia è solo un punto di vista. Come le ricorda il Gatto del Cheshire: “Non sono pazzo! La mia realtà è solamente differente dalla vostra”. “Come fai a sapere che sono matta?” chiese Alice. “Beh, lo devi essere” disse il Gatto “o non saresti venuta qui!”. Il compositore trentino Mattia Franceschini, Leone d’Argento a Venezia alla Biennale Musica 2019, trasforma Alice e il Paese delle Meraviglie un’opera labirintica, dove ogni verità è confutabile e ogni parola confusa e si ritrova in un mondo sottosopra, dove tutti hanno perso la ragione ma nessuno sembra saperlo! Ma si tratta anche di un racconto di formazione sulla presa di coscienza della consapevolezza del diventare adulti, ma nel contempo di rimanere sempre con l'ingenuità della scoperta e conservare quel pò di fantasia che per tanti vuol significare pazzia. 5 cantanti attori, Laura Catrani soprano, Cecilia Bernini mezzosoprano, Ugo Tarquini tenore, Giulia Bolcato soprano, Matteo Mollica baritono, e Orchestra Haydn di Bolzano e Trento che hanno dato forma ad uno spettacolo non necessariamente per ragazzi, e non per soli adulti, ma uno spettacolo per famiglie, per fa capire che esiste anche un'altra forma per raccontare che, oltre la parola, esiste la musica con il canto. L'opera è strutturata tra parti narrate che fanno da raccordo alle varie sequenze dei personaggi che accompagnano Alice in questo suo viaggio fantastico. La struttura dinamica del libretto e la costruzione musicale della composizione porta alla scoperta di luoghi e personaggi segnati da sorprendenti cambi di atmosfera, luci e costumi. La capacità della regia di Caroline Leboutte è stata capace di tenere un ritmo elevato nei cambi di situazioni nei quali quasi tutti i cantanti ricoprono diversi ruoli, mutando personaggio più di una volta anche all'interno della stessa scena. L’Impianto fisso gioca su aperture e varchi nello sfondo, come giochi di luci che inducono i cambi di situazioni drammaturgiche, con capacità di creare momenti immaginifici con gli oggetti che cambino prospettiva. Certamente Matteo Franceschini ha trasfuso in Alice tutta la musica possibile, inserti del tipo potpourri, in un flusso continuo realizzato con grammatiche musicali di diverse provenienze, dal mondo classico, dallo stile madrigale alle cantate barocche, a riferimenti del primo novecento operistico, ai ritmi rock e swing a sperimentazione atonale. Un gioco interessante sarebbe quello di far indovinare se non il brano almeno lo stile dei vari inserimenti musicali, strutturati in vere e proprie arie, duetti e assiemi, il tutto reso sulla linea di canto tradizionale. Personaggi esilaranti dotati di grandi capacità attoriali e di adattamento anche con il canto alla multiformità dei ruoli pur conservando una loro personalità nel dispiegamento di costumi e situazioni. Se il ruolo centrale di protagonista l'ha assunto Giulia Bolcato, il contorno fatto da Laura Catrani, Cecilia Bernini, Ugo Tarquini e Matteo Mollica si è dimostrato parte integrante in questo gioco di ruoli con situazioni esilarante come il Bianconiglio di Ugo Tarquini e l'ammaliante vamp bruco di Laura Catrani, per citarne alcuni. Doveroso riconoscimento alla creatività del territorio in una situazione di ripresa attività che in questo modo ha trasformato un progetto destinato ai piccoli e forse anche marginale nella prospettiva teatrale e musicale, in una prima assoluta. Il pubblico, di varia composizione, che non occupava i posti resi disponibili, ha decretato un chiaro e sincero successo al progetto Alice.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Giugno 2021 10:46

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