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Le immagini scorrono su un grande schermo sopra i musicisti: tra di loro, in uno spezzone filmato, appare James Reese Europe in un cappotto militare, con in testa un elmetto a scodella della Prima guerra mondiale e in mano una bacchetta da direttore d’orchestra. L’impatto emotivo e la curiosità verso questa insolita, eterea figura di artista (in abiti militari) sono immediati. Così, si chiude il Torino Jazz Festival-TJF XIII, mercoledì 30 aprile, affidando a un grande nome internazionale la celebrazione della Giornata Internazionale Unesco del Jazz: Jason Moran Bandwagon & TJF All Stars con “Il Big Bang del Jazz. L’eroica storia di James Reese Europe”. Lo spettacolo è toccante e immersivo, fatto anche di giochi di luci e di installazioni video, ma non serve aggiungere che il vero protagonista è il jazz: «Una musica unica – rivela Moran in un’intervista a La Stampa –. Fa in modo che il palcoscenico sia uno spazio di libertà e verità».

Produzione originale del TJF in esclusiva europea, l’atteso concerto è l’occasione per Jason Moran – uno dei pianisti più celebrati della scena contemporanea, con lo storico trio Bandwagon – di riscoprire il repertorio di James Reese Europe; il viaggio sonoro è ricchissimo e spalanca orizzonti inattesi per il pubblico. Blues, ragtime, suggestioni che catapultano a New Orleans, in una dimensione celebrativa della storia, ma dai ritmi attualizzati e contemporanei. Colori di sax, clarinetti e ottoni. L’aspetto testimoniale del racconto, suggestivo, è garantito anche da immagini e filmati storici. 

Nel 2023 Jason Moran ha pubblicato uno splendido album in omaggio a James Reese Europe, From the Dancehall to the Battlefield: così, Stefano Zenni, direttore del Torino Jazz Festival, ha pensato di invitarlo a ricreare il lavoro dal vivo, con il coinvolgimento di musicisti italiani; il concerto ideale per concludere la kermesse e celebrare, nel contempo, Giornata internazionale del jazz.

Moran, centrale in palcoscenico, dà le spalle al pubblico (seduto al suo magico pianoforte a coda), ma stabilisce con gli spettatori, i musicisti che lo accompagnano e con lo stesso James Reese Europe un dialogo emozionato, una condivisione di energia che scaturisce dalla (sua, in primis) esperienza immersiva; anche nell’abbigliamento che sceglie (non casuale, rimanda in qualche modo alla divisa indossata da Reese). Alla metà degli anni Dieci del Novecento, James Reese Europe è già il un musicista afroamericano più conosciuto dell’epoca: nato nel 1880 in Alabama, arrivato nel 1904 a New York, diventa presto una figura di riferimento della black music nella Grande Mela. 

Nel dicembre 1917 il divulgatore del fox trot salpa per l’Europa insieme al 369esimo reggimento, spedito sul fronte francese per combattere e per suonare: due anni dopo, insieme agli eroi ribattezzati “Harlem Hellfighters”, registra dischi epocali che ora, a poco più di cento anni di distanza, Jason Moran illumina di luce nuova; un repertorio che non smette di coinvolgere. 

Giovanni Luca Montanino