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CONCERTO SINFONICO - OKSANA LYNIV (IN STREAMING)

Oksana Lyniv. Foto Oleh Pavluchenkov Oksana Lyniv. Foto Oleh Pavluchenkov

direttrice Oksana Lyniv
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma 
Programma 
Richard Wagner
Idillio di Sigfrido 
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Sinfonia n. 1 in sol minore, op. 13 “Sogni d’inverno”
Teatro dell’Opera di Roma 22 maggio 2021

www.Sipario.it, 23 maggio 2021

Nel vederla entrare in palcoscenico, Oksana Lyniv mostra un aspetto esile. Tanto che subito si pensa: “Come può una donna così minuta, delicata e all’apparenza fragile tenere testa alle musiche imponenti di due giganti come Wagner e Čajkovskij”?
Ma quando prende in mano la bacchetta per dare il via al suo concerto, ecco svanire questa prima fallace impressione. Perché quella delicatezza che ha contraddistinto il suo ingresso, la Lyniv l’ha in realtà usata per accompagnare le creature che presenterà al pubblico dell’Opera di Roma: L’idillio di Sigfrido di Wagner e la Sinfonia n. 1 in sol minore, op. 13 “Sogni d’inverno” di Čajkovskij. Entrambe opere che mostrano aspetti dei loro autori non notissimi: una discrezione e un’attenzione alle dimensioni minute della vita nel caso della prima; una potenza, quella della natura e dei suoi elementi, di fronte alla quale difendersi è impossibile nel caso della seconda.
Nella direzione della Lyniv, addirittura pare che le chiavi di lettura adottate si siano invertite. Tanto è vero che čajkovskijano appare L’idillio, wagneriana la Sinfonia. E forse non ha torto questa sublime direttrice nell’aver così letto le partiture; perché entrambe mostrano, dei rispettivi compositori, aspetti talmente simili che possono quasi specchiarsi l’uno nell’altro. Interpretazione di stile junghiano, vien da dire, perché la Lyniv vi ha ricercato ciò che nell’evidenza a tutti nota si nasconde. E lei lo ha portato alla luce.
Ma lo ha fatto cercando di controllare la potenza della musica. Anzi si può dire che la chiave per comprendere e apprezzare in pieno lo stile di Oksana Lyniv stia proprio in questo: lei chiede alle musiche di esprimersi liberamente, ma limitando potenza e intensità. Facile eseguire Wagner accentuando la sua maestosità. Scontato e addirittura banale sottolineare il lato melodico di Čajkovskij. La Lyniv ha inseguito e cercato di catturare l’aspetto più aereo e leggero dei due compositori, sottraendoli ad una tradizione che troppo li ha appesantiti e stinti al punto da renderli poco interessanti.
Come lo si comprende? Dal gesto di direzione. Piedi ben piantati in terra. Le braccia vigili che si muovono disegnando figure dalla precisione geometrica ma mai chiuse né definitive. Il corpo in perfetta postura eretta, mai rigida e misuratamente plastico, che ogni tanto insegue le note come a volerle riprendere se per sbaglio o per caso accennano a voler sfuggire al controllo. Ecco, in brevi parole, lo stile della Lyniv. Stile di cui tutta l’orchestra è stata investita, raramente così ben compatta e unita al punto da sembrare un solo grande e portentoso strumento.
Miracoli del genere si ottengono solo grazie ad una lettura che cerca di ripescare l’essenza prettamente umana dell’opera del genio. La quale viene letta senza tracce di quella venerazione sciocca e acritica che tutto pietrifica come lo sguardo di Medusa. Miracolo possibile grazie ad una sensibilità femminile, raffinata e coraggiosa, come quella di Oksana Lyniv.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Lunedì, 24 Maggio 2021 09:11

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