dal libro Old Possum’s book of practical cats di Thomas S.Eliot
adattamento italiano di Massimo Romeo Piparo
con Giulia Fabbri, Fabrizio Corucci, Giorgio Adamo e Jacopo Pelliccia, Sergio Giacomelli,
Gabriele Aulisio, Michele Balzano, Claudia Calesini, Mario De Marzo, Simone Giovannini, Cristina La Gioia,
Monika Lepistò, Rossella Lubrino, Elga Martino, Simone Nocerino, Luca Peluso, Gianluca Pilla,
Simone Ragozzino, Viviana Salvo, Natalia Scarpolini, Pierpaolo Scida, Alessandra Somma, Rossana Vassallo
musiche di Andrew Lloyd Webber
scene Teresa Caruso
costumi Cecilia Betona
disegno luci Umile Vainieri
disegno fonico Davide Zezza
coreografie Billy Mitchell
Direzione musicale Emanuele Friello
regia Massimo Romeo Piparo
produzione PeepArrow Entertainment in collaborazione con il Teatro Sistina su licenza esclusiva The Really Useful Group - London
Vicenza, teatro Comunale, 7, 8, 9 marzo 2025
Non colpisce più di tanto, non dà il senso dei fuochi d’artificio questo Cats, con spostamento d’azione da Londra a Roma con tanto di Colosseo imperante, e di una serie di richiami alla Caput Mundi che paiono fin troppo quasi insistiti, calcati. E’ la versione italiana impeccabile ma un po’ snaturata, con la regia e l’adattamento di Massimo Romeo Piparo, uno dei massimi esperti nel genere. Il celebre musical, uno dei più conosciuti al mondo e certamente, anche, uno dei più importanti successi, approda così nella capitale italiana, come ambientazione, con tanto di autorizzazione originale dall’autore, con un po’ troppo modernismo e troppi richiami al Belpaese, talvolta non del tutto adeguati. Detto subito di questo aspetto non va certo trascurata la finezza della scrittura e della partitura musicale, e ancor di più la bravura del nutritissimo corpo di ballo degli interpreti, quasi tutti molto giovani salvo qualche interprete d’esperienza e particolare personalità. Come Fabrizio Corucci che dà al suo Gatto Filosofo alcuni dei momenti migliori dello spettacolo, grazie a voce e presenza. Certo fa un’impressione in qualche modo speciale veder arrivare anche in provincia uno spettacolo del direttore artistico del Sistina, glorioso e storico spazio romano, erede tra l’altro del ruolo che fu del grande Pietro Garinei. Piparo firma un’interessante regia, e muove molto bene i personaggi dando a loro universalità, e spazio d’azione, del resto lui è scuola importante per il musical in Italia, tanto da aver fondato quasi una decina d’anni fa anche un’officina creativa di danza e canto apposita per il musical, l’Accademia Sistina che diploma tanti convinti ragazzi, e questo fa sempre buon sperare. Su Cats non c’è molto altro da dire, se non una raffinatezza che pervade lo spettacolo, fatta dai bellissimi costumi su tutto. La storia è nota, e riguarda un gruppo di gattini ai quali Eliot in primis aveva dedicato alcune poesie, prima ancora lettere per i suoi nipoti, fino a esser musicate e a far nascere di fatto il celeberrimo musical. L’ambientazione è appunto romana, del Jellicle, luogo magico per eccellenza, dove un gruppo di felini si ritrova annualmente per far festa al loro capo, e dove viene scelto uno di loro per un rito speciale, l’ascesa al cielo e una nuova rinascita. E qui quel luogo-discarica imponentedi reperti romani, targhe di vie, addirittura la Bocca della Verità, è principe. E’ la sera del Ballo annuale al Jellicle, e succede un po’ di tutto, con il vecchio gattone saggio rapito e il ritorno tra i suoi simili di Grizabella, gattina ammaliante che a suo tempo aveva voluto estraniarsi dal gruppo, e ora fa fatica a essere nuovamente accettata. Nel mezzo ogni gatto personaggio racconta di sè e del suo fare, tra il divertito e il serio, con qualche messaggio sociale ad esempio contro i social (a favore del teatro) e accenni plurimi al Frecciarossa da parte del Gatto ferroviere. Con la luna che accompagna il tutto, facendo leva sul proprio fascino. Qualche volta i più ammiccamenti al modernismo italiano, pur essendo, immagino, omaggi, sembra stridano un po’, come le citazioni di Manfredi, Proietti, Totò, Gassman, e non sempre appaiono congrue al musical nella sua originalità. Che per fortuna rimane tale nella fedeltà musicale, anche grazie alla resa della musica dal vivo. Lo spettacolo però non sembra avere la forza dirompente di altre produzioni nonostante vada, come detto, al corpo di ballo un riconoscimento speciale per l’impegno mostrato. Tra i commenti, inevitabile il paragone con l’originale (visto all’estero). A onor di cronaca però va detto che il successo è stato importante e caldo, sostenuto e applaudito da un teatro decisamente sold out nelle tre repliche. Francesco Bettin