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KRONOS QUARTET AND MAHSA VAHDAT

Il Kronos Quartet e Mahsa Vahdat. Foto Evan Neff Il Kronos Quartet e Mahsa Vahdat. Foto Evan Neff

prima italiana
David Harrington violino
John Sherba violino
Hank Dutt viola
Sunny Yang violoncello
con special guest Mahsa Vahdat voce
Teatro Municipale Valli, 17 novembre 2019

www.Sipario.it, 23 novembre 2019

Nell'ambito del festival Aperto il 17 novembre al teatro Valli di Reggio Emilia si è esibito il Kronos Quartet, storica formazione cameristica attiva dal 1973, per l'occasione affiancata dalla cantante iraniana Mahsa Vadat. Il Kronos Quartet, quartetto d'archi fondato dal violinista David Harrington, è un organico stabile dal 1978 composto dal violinista John Sherba e il violista Hank Dutt, mentre il violoncellista è cambiato diverse volte e attualmente è Sunny Young, in questa occasione sostituita da Paul Wianko. Mahsa Vadat è una delle più importanti artiste del suo paese, profonda conoscitrice delle tradizioni vocali persiani sia classiche che etniche, filtrate da un tocco contemporaneo.
Il Kronos Quartet nel corso di ben quarantacinque anni di carriera è diventato punto di riferimento per la musica moderna e contemporanea, forse il quartetto d'archi più noto al di fuori del mondo musicale classico, grazie alla poliedricità dei temi proposti. Inizialmente il quartetto si dedicava solo alla musica contemporanea, con particolare riguardo alle collaborazioni con i compositori minimalisti, Steve Reich, Terry Riley e Philip Glass, in seguito le collaborazioni si sono estese a contaminazioni con i più disparati generi musicali: rock, folk, musica etnica, jazz, classica, il tutto arrangiato e filtrato attraverso il loro tocco unico ed inimitabile.
Il concerto è stato diviso in due tempi ben distinti: la prima parte è stata una piccola carrellata di temi contemporanei cari alla formazione statunitense, la seconda è stata dedicata ad una rivisitazione in chiave moderna di temi della musica classica persiana interpretati da Mahsa Vadat alla voce.
Nel primo set, accanto ai temi classici del repertorio minimalista, con una brano di Glass e uno di Riley, sono stati presentati una recente composizione di Michael Gordon, uno dei fondatori e compositori dell'ensemble Bang on a Can, delicata e giocata su sottili glissati degli archi, e un classico del folk rock come The House of the Rising Sun, reso famoso negli anni '60 dall'interpretazione di Eric Burdon, riconoscibile ma trasformato dall'arrangiamento in chiave cameristica. E' seguito un classico del jazz come Alabama di John Coltrane e il brano più originale della serata, una non convenzionale composizione della musicista canadese Nicole Lizée, dove gli archi duettano con dei tubi sonori ruotati a diverse velocità, con l'uso di due speciali tubi di plastica come archetto, per ottenere sonorità distorte e con campanelli attivati a pedale, per un effetto sonoro arcano e imprevisto.
Nella seconda parte della serata è stato presentato il repertorio composto dall'artista persiana Mahsa Vadat, che attinge ai poemi classici di Hafez e Rumi e ai lavori dei poeti iraniani contemporanei Forough Farrokhzad, Mohammad Ibrahim Jafari and Atabak Elyasi. Le melodie sono malinconiche, struggenti e di un intenso lirismo, grazie anche alla voce profonda e potente della cantante persiana, che tocca le corde più intime dell'auditorio. L'arrangiamento strumentale non si limita ad accompagnare la voce ma propone un continuo colloquio tra le melodie persiane e i temi contemporanei, creando un amalgama omogeneo ed originale.
Le collaborazioni con culture di paesi non occidentali sono sempre state una prerogativa della ricerca musicale del Kronos Quartet. Non desta quindi sorpresa la recente collaborazione con la cantante iraniana, una delle più importanti artiste del suo paese, profonda conoscitrice delle tradizioni vocali persiane, sia classiche che etniche, filtrate da un gusto contemporaneo. Il Kronos Quartet assieme a Vadat ha realizzato il recente lavoro "Placeless", e propone da due anni, in aperta sfida a Trump, un concerto dedicato alla musica dei paesi da lui banditi: Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria Afghanistan e Yemen.
Una serata davvero appagante sotto tutti i punti di vista.

Giulia Clai

Ultima modifica il Domenica, 24 Novembre 2019 07:37

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