libretto di Catherine Johnson
regia di Phyllida Lloyd
coreografie di Anthony Van Laast
con Ellie Kingdon, Farirayi Garaba, Freya Humberstone, Sarah Earnshaw, Nicky Swift, Steph Parry, George Maddison, Elliot Baker-Costello, Jonathan Cordin, Stuart Reid, Bob Harms, Richard Standing, William Hazell, James Brice, Nicola Bryan, Ryan Ebbrell, Ashleigh Jones, Robert Knight, Kci Lee, Grace May, Rachel Oates, Ebony Roy-Palmer, Nathen Scott, Megan Speirs, Owen Stringer, Richard Vorster, Amelia Walker, Ellie-Rose Walker, Lucy Walsham, Jack Warren
scene di Mark Thompson
costumi di Mark Thompson
musiche di Benny Andersson, Björn Ulvaeus
con alcune canzoni di Stig Anderson
supervisione musicale, materiale aggiuntivo e arrangiamenti di Martin Koch
luci di Howard Harrison
produzione: Judy Craymer, Richard East e Björn Ulvaeus per Littlestar
in associazione con Universal e NGM
SPETTACOLO IN LINGUA ORIGINALE CON SOPRATITOLI IN ITALIANO
evento organizzato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
in coorganizzazione con il Comune di Trieste
In scena a Milano, TAM – Teatro Arcimboldi, dal 30 aprile all’11 maggio 2025
Il Teatro Arcimboldi di Milano continua a ospitare produzioni internazionali, e stavolta tocca alla produzione del musical Mamma mia!, con le famosissime hit degli ABBA suonate dal vivo dall’orchestra, diretta dal maestro Carlton Edwards in occasione della première milanese. Il cast è formato da un ensemble di talento, che porta sul palco coreografie divertenti e di grande impatto, come quella della canzone Voulez vous. In particolare, durante l’addio al nubilato e al celibato, troviamo scene corali di sole donne, capitanate dalle due amiche più strette della sposa, ovvero Ali e Lisa, interpretate rispettivamente da Farirayi Garaba e Freya Humberstone, e di soli uomini, guidati da Eddie e Pepper, nei cui panni troviamo Jonathan Cordin e Elliott Baker-Costello. A quest’ultimo va una menzione particolare per lo sbalorditivo assolo di danza in cui si cimenta durante Does your mother know. Sarah Earnshaw e Nicky Swift sono impeccabili nel ruolo di Tanya e della sua compare Rosie, poiché incantano il pubblico con perfette armonizzazioni nel brano Chiquitita e lo divertono con siparietti spiritosi. Il giovane Sky è portato in scena da George Maddison, che ne mette in risalto il lato romantico e deciso, nonostante i suoi vent’anni. I tre “padri” che portano scompiglio nella vita delle due protagoniste formano un gruppetto insolito, ma allo stesso tempo ben bilanciato. Il Bill Austin di Bob Harms è un uomo che ha deciso di vivere la sua vita in libertà, senza dare conto a niente e nessuno e senza avere legami stabili… Forse! L’Harry Bright di Stuart Reid è un musicista che ha messo la testa a posto e ha trovato un amore che non si aspettava. Il Sam Carmichael di Richard Standing è invece un architetto, separato e con due figli, anche se ha sempre sognato di ritrovare Donna e costruire e gestire una locanda insieme a lei. Tutti e tre, nonostante il diverso stile di vita e i diversi piani per il futuro, sono pronti a riconoscere e a diventare padri di Sophie, e le voci degli attori si amalgamano bene tra loro, come dimostrato dal brano Thank you for the music, cantato insieme alla presunta figlia. Il ruolo di Donna Sheridan è affidato a Steph Parry, che ne evidenzia la simpatia e la sensibilità. Tuttavia, a livello canoro, non ho trovato la grinta che mi sarei aspettata da una madre che se l’è sempre cavata da sola, persino nel crescere una bambina. Sophie è interpretata da Ellie Kingdon, la cui vocalità potente, al contrario, è già assai matura per una giovane ventenne (tant’è che nel duetto di Slipping through my fingers le voci di mamma e figlia non vengono valorizzate). La sua Sophie è di certo una ragazza grintosa e determinata, che alla fine capirà che la scelta migliore è godersi la sua gioventù. La scenografia è semplice ed essenziale: sul palco ci sono solo le pareti della taverna, che all’occorrenza vengono ruotate per spostare l’azione dall’interno all’esterno, e viceversa. Ciò che la arricchisce è l’uso sapiente delle luci e lo stesso cast, con i suoi costumi colorati e le coreografie coinvolgenti. L’atmosfera, insomma, catapulta gli spettatori sull’isola, con i muri bianchi tipici della Grecia e lo sfondo azzurro come il Mar Mediterraneo. Le canzoni sono i successi più iconici degli Abba: oltre a quelle già citate, troviamo anche l’intimo brano di Sophie I have a dream, che apre e chiude lo spettacolo; il toccante pezzo di Donna Slipping through my fingers, una dedica ai figli che crescono e che vanno per la loro strada; la dolorosa separazione di Sam da Donna con Knowing me, knowing you. Sul finale, la platea non può far altro che alzarsi e scatenarsi sulle note delle tre hit di chiusura, ovvero Mamma mia, Dancing queen e Waterloo. In conclusione, Mamma mia! è un musical che non perde mai il suo fascino, e la messa in scena in inglese è di certo un ottimo modo per godere delle canzoni in lingua originale, oltre che per assistere a una performance di alto livello. Merita sicuramente di essere visto! Simona Zanoni