R I Z O M A (2022, 30’): Tania Cortés, prima esecuzione assoluta
Performer: Tania Cortés
HUNT (2022, 30’): Jacopo Cenni, prima esecuzione assoluta
Performer: Jacopo Cenni
Produzione: La Biennale di Venezia - CIMM, Centro di Informatica Musicale Multimediale
Biennale di Venezia Musica
Biennale College-Musica, Tese dei Soppalchi 23 settembre 2022
Che cosa suscita il respiro se non un movimento spontaneo verso la luce? Cosa può essere così coinvolgente della lettera parlata se è poi in prospettiva di un movimento sincronico? Jacopo Cenni in Hunt ha cercato di rispondere alle due domane, mettendo soprattutto in evidenza come ancora oggi sia possibile parlare, lallare, cercare insomma di tornare alle origini della vita. Ed è proprio un viaggio interiore, anche da un punto di vista inconscio. Cenni cerca una strada, una sintassi del respiro; le luci servono a chiarire, ad essere come Caronte nell’approdo infero. Certamente Cenni ha disposto il tutto tenendo presente le tante sperimentazioni fatte negli anni settanta, quando molti dei compositori d’avanguardia fra francesi, tedeschi e italiani, hanno cercato di dare un senso alla risposta sonora della parola, del respiro. Ma è importante che un giovane compositore conosca la storia, quella storia che gli ha permesso di essere in questa Biennale per portare il proprio contributo allo sviluppo del pensiero sonoro. "HUNT" di Jacopo Cenni, Biennale Musica Performer. Courtesy La Biennale di Venezia. Foto Andrea Avezzù Di diverso approccio è invece Tania Cortés, una vera visual sound. Lei con le sue tastiere si diverte con una realtà virtuale immersiva. All’inizio sembra di essere in uno di quei games che tanto vanno di moda, è una scoperta bellissima, ci si immerge in quelle parabole visive che le permettono di far tuffare lo spettatore come se avesse gli occhiali a 4 D. E le sequenze sonore che crea sono fenomenali, un percorso di grande intelligenza, suoni, stimolazioni quotidiane, telefoni che squillano, e così via. E’ la vita di un margine o è la vita del nostro cambiamento cellulare? E’ appunto il riferimento al Rizoma è fondamentale per poter apprezzare veramente a pieno il lavoro di questa giovane compositrice che ha già ben chiara la sua strada. Che è bella e tracciata con grande criterio. Brava. Marco Ranaldi