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ROYAL STOCKHOLM PHILHARMONIC - direttore Jukka-Pekka Saraste

ROYAL STOCKHOLM PHILHARMONIC, direttore Jukka-Pekka Saraste. Foto Damian Petroll ROYAL STOCKHOLM PHILHARMONIC, direttore Jukka-Pekka Saraste. Foto Damian Petroll

Südtirol Festival
ROYAL STOCKHOLM PHILHARMONIC 
JUKKA-PEKKA SARASTE: Dirigent-Direttore
MARTIN JAMES BARTLETT: Klavier-Pianoforte
Helena Munktell: Breakin Waves (Bränningar) - Symphonic Picture op. 19
Sergei Rachmaninoff: Rhapsody on a Theme of Paganini in A minor op. 43 for piano and orchestra
Jean Sibelius: Symphony no. 2 in D major op. 43
Merano, Kursaal, 29 agosto 2023

www.Sipario.it, 31 agosto 2023

Martin James Bartlett classe 1996, di formazione e scuola inglese, è totalmente sconosciuto al pubblico italiano delle grandi rassegne concertistiche, ma conosciutissimo sulle sponde del Lago di Garda, dove dal 2016 è artista ospite alla rassegna concertistica curata dall'Associazione Cultura in Musica Limes di Limone sul Garda (Bs). Chi scrive, ha avuto più volte l'occasione di ascoltarlo e seguirlo nella sua evoluzione artistica da giovane promettente a consolidato concertista. Possiede un curriculum già ricco di presenze internazionali: già vincitore nel 2014 del prestigioso premio BBC giovani artisti e finalista al Van Cliburn edizione 2017, recenti concerti alla Wigmore Hall di Londra e la partecipazione al Festival di Verbier 2018, nel frattempo è stato diretto da Bernard Haitink a Londra nel concerto di Mozart per pianoforte e orchestra n. 24. Nel 2020 era annunciata una sua presenza a Salisburgo, affermandosi poi al Musikverein di Vienna e all'Elbphilarmonie di Amburgo. Tra l'altro a inizio ottobre sarà nuovamente ospite sulle sponde del Garda.

La sua presenza alla rassegna di Merano è una conferma quindi della sua specificità di interprete al quale poter affidare l'esecuzione della complessa Rapsodia sul tema di Paganini di Sergei Rachaninoff, qui affiancato per l'occasione alla Royal Stockholm Philarmonic Orchestra, per la direzione di Jukka-Pekka Saraste. Si tratta di un collaborazione creata per l'occasione dalla direzione artistica del Südtirol Festival di Andreas Cappello, una scommessa sul giovane pianista come capace nel risolvere la complicata scrittura del compositore russo, in occasione delle celebrazioni, tra l'altro con scelta nata da un ascolto discografico.

Scommessa ampiamente vinta per come il pubblico meranese, certamente non sprovveduto e con una grande pratica di ascolto, ha accolto la fine dell'esecuzione del ciclo: un vero trionfo, con acclamazioni, ammirato dalla competenza in cui ha risolto gli incastri sonori di questa composizione di Rachmaninoff. Opera del '900 (fu composta nel 1934) presentata negli Stati Uniti dove il compositore risiedeva dal 1917, profondamente tardoromantica dove traspare appieno la sua concezione compositiva fondata sul virtuosismo pianistico, ricca di autocitazioni, ma anche nella profusione di ritmi frenetici in cui si disvela anche sonorità di nuova musica americana, musica da film e suggestioni jazzistiche, che cominciavano ad infiltrarsi anche inconsapevolmente della scrittura musicale anche accademica. Qui le variazioni dall'ultimo capriccio di Paganini si incrociano sul tema del Dies Irae con tutta la gamma delle variazioni possibili che mettono alla prova la capacità tecnica di un virtuosismo che non è stato esibito fine a se stesso da un pianista che è stato capace di una ricerca interpretativa a suggerire rimandi al complesso mondo musicale di quel periodo. Bartlett ha dato prova di questa sua specificità: tecnico ma capace di saper offrire una analisi di tutte le componenti estetiche di tale composizione dominando la tastiera con leggerezza, che è la sua qualità intrinseca di pianista.

Tanto merito alla riuscita del concerto, lo si deve anche all'orchestra svedese e alla direzione di Saraste che ha seguito e sostenuto il progetto pianistico con estrema lucidità e precisione nell’assecondare il pianoforte e nella continua ricerca delle sonorità complicate che tracimano dalla musica di Rachmaninoff. Questa sua interpretazione si è espressa nei due brani che incorniciavano l'esibizione pianistica, addentrandosi nella musicale nordica.

Il brano descrittivo delle Onde marine, della compositrice svedese Helena Munktell (1852-1919), formatasi come musicista tra Svizzera, Italia e Francia, dove si stabilì, risente appieno dei modelli sinfonici tardoromantici della musica descrittiva, risentendo, nell'incipit di un fragoroso un richiamo forte agli stilemi wagneriani. Jean Sibelius con la sua Sinfonia n. 2 chiude questo breve viaggio nella musica di un'altra Europa, se consideriamo le tante citazioni dalle composizioni di Čajkovskij che Sibelius inietta nella sua sinfonia, ecco che il programma si è configurato come un continuo ritorno attorno suggestioni spaziali e geografiche.  Bis richiesti al pianista alla fine della sua esibizione, che ha rilasciato un estratto dalle variazioni delle Songs di George Gershwin, come all’Orchestra e al suo direttore che si è proposta indue brevi estratti dalla Suite Karelia di Sibelius, e dalla suite Bergakungen del musicista svedese Hugo Alfven, giusto omaggio alla provenienza dell’orchestra. 

Federica Fanizza

Ultima modifica il Sabato, 02 Settembre 2023 10:10
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