Direttore: Myung-Whun Chung
Maestro del coro: Bruno Casoni
Regia: Liliana Cavani
Scene: Dante Ferretti
Costumi: Gabriella Pescucci
Coreografia: Micha Van Hoecke
Luci: Marco Filibeck
Cast del 27.01.2019
Violetta Valéry: Marina Rebeka
Flora Bervoix: Chiara Isotton
Annina: Francesca Manzo (allieva dell'Accademia Teatro alla Scala)
Alfredo Germont: Francesco Meli
Giorgio Germont, suo padre: Leo Nucci
Gastone, Visconte di Letorières: Riccardo Della Sciucca
Barone Douphol: Costantino Finucci
Marchese d'Obigny: Antonio Di Matteo
Dottor Grenvil: Alessandro Spina
Giuseppe, servo di Violetta: Sergei Ababkin (allievo dell'Accademia Teatro alla Scala)
Domestico di Flora / Commissionario: Jorge Martínez (allievo dell'Accademia Teatro alla Scala)
Solista per le danze del secondo atto: Massimo Garon
Coro, Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Produzione Teatro alla Scala
Milano, Teatro alla Scala, Milano 27 gennaio 2019
La produzione scaligera de La traviata di questa stagione operistica 2018-2019, tanto imponente nelle strutture quanto sontuosa negli sfarzi esibiti, reca impressa il segno del rispetto per la tradizione. Un allestimento dalla fortuna pluridecennale questo del 1990, e sovente ripreso al Teatro alla Scala, su cui sono apposte le firme di Liliana Cavani per la regia, Dante Ferretti (premio Oscar) per le scene e Gabriella Pescucci per i costumi. Ne traspare nitida l'immagine di una Parigi dai toni e colori dumaniani, suggestiva e affascinante, che nell'opulenza dei tessuti e nel bagliore dei cristalli cela fra note di eleganza e superficialità il dramma di un amore infelice, quello fra la lorette Violetta Valéry e Alfredo Germont.
Nella recita pomeridiana del 27 gennaio è stata del maestro coreano Myung-Whun Chung la direzione del complesso orchestrale del Piermarini e di un cast di interpreti di rilievo, che ha visto, come protagonisti, Marina Rebeka in Violetta, Francesco Meli in Alfredo e Leo Nucci in Giorgio Germont, padre di Alfredo. Con fine sensibilità musicale Chiung ha immerso il pubblico in un'atmosfera a tratti brillante a tratti mesta, certo evocativa e trasudante un pathos non comuni.
Il soprano lettone Marina Rebeka, interprete dalla voce ambrata e potente nel registro acuto che meglio la caratterizza, ha restituito una pregevole Violetta, dal carattere femmineo contrastato, ora leziosamente capriccioso ora altero e dignitoso, ad un sol tratto vestita di tisica fragilità ma cinta di estremo coraggio, consapevolmente avvenente ma anche incline a momenti di delicato abbandono. Il tenore genovese Francesco Meli è stato Alfredo Germont, un Alfredo romantico e garbatamente spavaldo, preda degli intrepidi moti di un animo giovanile innamorato. Soffuse e partecipate nell'emozione hanno risuonato con vocalità calda e raffinata le parole della nota dichiarazione "Un dì felice, eterea". Il padre Giorgio è stato interpretato da un carismatico Leo Nucci, la cui autorevole presenza scenica ha evocato tratti di commovente trasporto nei tormenti interiori e nei rimorsi del terzo atto.
Il coro, abilmente diretto da Bruno Casoni, ha confermato la fortunata nomea dei brani verdiani, per incisività emotiva e teatrale imponenza. D'efficace impatto, nel finale del secondo atto, l'immobilità della scena nel monito "Oh, infamia orribile tu commettesti!", a denunziare il furente gesto di sprezzo di Alfredo nei confronti dell'amata Violetta, creduta maliarda ingannatrice del suo amore.
Delle coreografie del secondo atto, realizzate da Micha van Hoeke, il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala ha dato una esecuzione buona e vivace. Massimo Garon, solista per le danze, si è distinto per temperamento e carisma.
Una recita positiva, quella domenicale al Piermarini, il cui successo occorre misurare non soltanto dal teatro gremito e dal prodigo consenso del pubblico in sala, ma forsanche dalla piacevole sorpresa di cogliere gli spettatori, sotto il cielo piovoso di Milano, passeggiare sommessamente canticchiando le melodie poc'anzi udite.
Selene I.S. Brumana