Le radici della musica
DA CAPO
CARTE D’ARMENIA
ARTYOM MINASYAN duduk
ALEXIS AVAKIAN sax tenore
RUSAN FILIZTEK saz. oud. voce
MAURO GARGANO contrabbasso
SIENA Salone dei concerti dell’ACCADEMIA MUSICALE CHIGIANA 2 marzo 2023
Caldissimo l’applauso che ha accolto Stefano Jacoviello nella sala dei concerti chigiana, et pour cause: questa sua creatura musicale, giunta al quinto appuntamento, mancava da due anni, ed il pubblico trasversale, curioso, che si è fatto conquistare da un programma ricco della bellezza delle musiche del mondo, tra passato e presente, non vedeva l’ora di ritrovarla. I protagonisti di questo concerto sono proprio quelli ai quali è stato impedito di suonare due anni orsono, quando dalla sera alla mattina furono chiusi ope legis tutti i luoghi dello spettacolo. Ed è con loro che si ricomincia, DA CAPO. Per cominciare con un brano scritto dopo la brutta esperienza. Il programma infatti spazia tra passato e presente, eppure le sonorità al nostro sentire sono un flusso affascinante, armonioso, esotico come gli strumenti usati, che ci restituiscono il fascino di un mondo che credevamo perduto, anche se si viaggia tra l’Armenia e il jazz.
E qui c’è da precisare che il gruppo protagonista del concerto è prevalentemente francese, proveniente dalla più rappresentativa forse delle piccole patrie di questo popolo, capace di rinascere mantenendo le proprie caratteristiche culturali, e spostandosi verso occidente sia per storiche persecuzioni politiche che per desiderio di conoscenza, basti pensare qui da noi all’Isola degli Armeni a Venezia. Alexis Avakian, sassofonista e flautista marsigliese, da tempo porta avanti la sua ricerca sonora nella quale le sonorità armene si coniugano senza fratture con il jazz, e qui lo accompagnano tre artisti internazionali, come Artyom Minasyan il cui duduk ci restituisce il suono ancestrale del suo popolo, mentre è curdo Rusad Filiztek, voce che testimonia la cultura anatolica, e la voce jazz è quella del contrabbassista Mauro Gargano. Il titolo del concerto è poi ancor più curioso del previsto, e frutto delle competenze eclettiche di Stefano Jacoviello: le carte d’Armenia fanno infatti riferimento ad una invenzione di gran voga a fine ottocento, opera di un farmacista che si ispirò all’usanza caucasica di bruciare resine per profumare l’ambiente ed inventò questi foglietti che tanta fortuna ebbero all’epoca. E ci vien dato di pensare che la magia di questa serata è quella di averci restituito il profumo dell’oriente che avevamo un tempo, un’idea dell’est quale luogo di poesia e cultura, che ci incuriosiva proprio per la sua diversità. A tal proposito, fondamentale è stata la traduzione dei versi che accompagnano le esecuzioni musicali, di una magia e ricchezza straordinariamente affascinanti.
Il programma di Tradire (altri 3 appuntamenti nel mese di marzo) prosegue con la musica dei Balcani, che da tempo ci ha conquistato, e quella del Grande Nord che al contrario è tutta da scoprire (il sole a mezzanotte), per concludersi con un incontro tra generi ed epoche tra Bach e il jazz: Bach to Black, improvvisazione fra clarinetto e sassofono. Questa come le precedenti iniziative di Tradire sono ad ingresso libero, e precedute da una degustazione di vini nelle sale dell’Accademia.
E per qualcuno che fosse incuriosito dal titolo dell’iniziativa, Tradire, la traduzione da una lingua in un’altra di una creazione culturale un po’ la tradisce, ma la diffonde e la ricrea attraverso l’incontro con l’altro.
Annamaria Pellegrini