venerdì, 25 aprile, 2025
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TRE MOSCHETTIERI (I) – regia Giuliano Peparini

“I tre moschettieri”, regia Giuliano Peparini “I tre moschettieri”, regia Giuliano Peparini

VITTORIO MATTEUCCI | GIÒ DI TONNO | GRAZIANO GALATONE 
I TRE MOSCHETTIERI - OPERA POP
Sea John - D'Artagnan |Leonardo Di Minno - Rochefort | Cristian Mini - Richelieu | Camilla Rinaldi - Milady |
Beatrice Blaskovic - Costanza | Roberto Rossetti - Dumas | Gabriele Beddoni – Planchet |
Performers - i ragazzi della Peparini Academy Special Class
coreografie VERONICA PEPARINI e ANDREAS MULLER | testi ALESSANDRO DI ZIO |
musiche GIO’ DI TONNO | orchestrazioni GIANCARLO DI MARIA |
produzione STEFANO FRANCIONI PRODUZIONI E TEATRO STABILE D'ABRUZZO
organizzazione VENTIDIECI
Direzione artistica e regia Giuliano Peparini
Milano, Teatro Nazionale, dal 15 al 23 febbraio 2025

www.Sipario.it, 9 marzo 2025

Il Teatro Nazionale ospita per la prima volta a Milano I tre moschettieri opera pop, una novità assoluta in Italia che vede il debutto di Giò Di Tonno come compositore di un musical. 

Nel cast troviamo un corpo di ballo formato da 15 ballerini e acrobati, che si cimentano in coreografie già complesse, rese ancora più difficili dagli ampi e voluminosi abiti di scena. A interpretare i protagonisti, invece, troviamo nomi di rilievo. Planchet, il fedele amico di D’Artagnan, è Gabriele Beddoni, con grande esperienza come performer, ma al suo esordio come cantante. La prova canora è ampiamente superata, e il suo personaggio si dimostra allegro, simpatico e divertente. A narrare le parti delle vicende che per ragioni di tempo non vengono rappresentate, troviamo nientemeno che lo scrittore stesso dell’opera, Alexandre Dumas, portato in scena Roberto Rossetti. Il suo Dumas all’inizio è proprio un cantastorie, che si limita a raccontare le vicende; man mano che si arriva verso il finale, però, inizia a commentare e a porre delle domande agli spettatori per portarli alla riflessione. Il ruolo del cattivo per eccellenza, il cardinale Richelieu, è affidato a Cristian Mini, che è perfetto nel ruolo. Fa emergere la spietatezza e il cinismo del suo personaggio, che punta solo a raggiungere il suo obiettivo senza curarsi delle persone e sfruttandole a suo piacimento. Il suo braccio destro è Rochefort, un uomo altrettanto assetato di potere e fedele al cardinale. Lo interpreta Leonardo Di Minno, che gli conferisce cattiveria, efferatezza e noncuranza nei confronti di chi cerca di ostacolarlo. L’altra spia di Richelieu, nonché ex moglie di Athos, è Milady. A vestirne i panni, troviamo Camilla Rinaldi che, nonostante la giovanissima età, è davvero a suo agio in quello che è a tutti gli effetti il personaggio più complesso della storia. Milady, infatti, è fredda e senza scrupoli, ma sul finale appare pentita, e Camilla ne esprime tutte queste sfaccettature, fino a un ultimo struggimento tale da fare compassione al pubblico. Beatrice Blaskovic è Costanza, l’amata di D’Artagnan, e porta in scena una ragazza dolce, gentile e devota alla sua regina. Tra lei e D’Artagnan, impersonato da Sea John, è amore a prima vista, e tra i due interpreti c’è un bel feeling. Il D’Artagnan di Sea John è un soldato valoroso, dedito alla corona e alla sua amata in egual modo, che dimostra di meritarsi il titolo di moschettiere. Athos, Porthos e Aramis sono rispettivamente Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci e Graziano Galatone, un trio ormai collaudato che, dopo aver condiviso il palco di Notre Dame De Paris e non solo, si ritrova in questa nuova sfida. La loro grande esperienza si vede e si sente, e possiamo dire che siano un po’ le colonne portanti del cast, sebbene al loro fianco troviamo artisti decisamente all’altezza del compito.

Il problema principale di questo musical è la difficoltà nel seguire la trama se non si conosce bene la storia: gli intrighi sono numerosi e le vicende vengono narrate un po’ ognuna a sé, con il solo intervento di Dumas a spiegare in modo conciso i collegamenti tra gli episodi. Di sicuro si può lavorare su questo aspetto al fine di rendere più fluido il racconto. Interessante l’idea di far entrare il pubblico in platea con il corpo di ballo che lavora alla costruzione della scenografia e di dare il via alla performance senza annunci, senza quasi che gli spettatori se ne accorgano. La scenografia ricorda quella di Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo, sempre per la regia di Giuliano Peparini, con dei teli dove vengono proiettati gli sfondi e una struttura semplice su cui si sviluppano le coreografie. Le musiche e i brani sono molto belli e rimangono in testa: Parigi, cantata dai tre moschettieri, e L’ora più scura, la dichiarazione d’amore di D’Artagnan e Costanza, sono al momento le uniche due canzoni a essere state pubblicate sulle piattaforme di streaming. Lo spettacolo è quasi interamente cantato e, oltre al pop del titolo, troviamo anche brani più energici, quasi rock. 

Insomma, I tre moschettieri opera pop è forse un po’ acerbo, ma ha un grande potenziale per diventare un ottimo prodotto italiano. Vale di sicuro la pena di andare a vederlo per apprezzare i suoi due evidenti punti di forza: il cast e la colonna sonora.

Simona Zanoni

Ultima modifica il Lunedì, 24 Marzo 2025 12:35

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