Teatro Massimo “Bellini” di Catania, Stagione di Recital 2024-2025.
Recital per il trentennale della carriera del baritono Franco Vassallo, pianoforte Giovanni Brollo
Musiche di: Caccini, Scarlatti, Mozart, Rossini, Boito, Tosti, Leoncavallo, Verdi, Liszt, Gounod, Puccini, Lehar, Vaughan Williams
Catania, Teatro Massimo Bellini, 1 dicembre 2024
Giorno 1 dicembre 2024, al Teatro Massimo Bellini di Catania ha avuto luogo un “incontro” con il baritono Franco Vassallo, più che un “récital”, anche perché ci si sentiva “in salotto”, con il musicologo Giuseppe Montemagno che ha tenuto le fila di un programma variegato, difficile per il pubblico da comprendere nella propria coerenza e conseguenzialità senza l’intervento dell’”addetto ai lavori”. Il programma, scevro da quei “malvezzi” che, per via del titolo, lo spettatore esigente avrebbe mentalmente accostato ai “vezzi”, messo in atto in occasione del trentennale della carriera dell’interprete, non dava adito ad alcun dubbio. Partito dal canto barocco con Caccini e poi Scarlatti, era tutto incentrato sulle capacità e la duttilità di un professionista che, avendo calcato e calcando i palcoscenici dei teatri più prestigiosi del mondo, si è voluto mostrare capace di un excursus temporale e stilistico di alta qualità sonora e interpretativa. Accompagnato al pianoforte dal M° Giovanni Brollo, che, nei punti nevralgici del concerto si è esibito anche da solista in due brani virtuosistici di Franz Liszt, il Maestro Vassallo, è passato poi a Mozart con la Canzonetta dal Don Giovanni “Deh vieni alla finestra”, seguita da uno scoppiettante Figaro rossiniano, con “Largo al factotum”. Ovvio che la capacità espressiva, interpretativa e di modulazione ed emissione vocale fossero prettamente diverse e cangianti, man mano che il programma si dipanava, con una digressione, dopo Tosti e Leoncavallo, a Ralph Vaughan Williams, con tre brani da “Songs of travel”. Un po’ un autoritratto, in fondo, di un artista “viaggiatore” che, lontano dai clamori del divismo, in trent’anni di carriera ha saputo e potuto permettersi di percorrere un vero “itinerario”, in un repertorio di rara vastità per epoca e stili. Ma la sua bella voce calda, rotonda, di ottima proiezione e spessore in ogni registro, ricca di armonici e modulata con la consapevolezza e il dominio dei propri mezzi, non ha temuto e non teme scosse. Ne è stata prova oltretutto, l’inserimento in programma anche dell’Opéra Français con il Valentin del Faust di Gounod e il suo “O sainte médaille – Avant de quitter ces lieux”: un brano difficilissimo, che appartiene alla Tradition Français più radicata e raffinata, eseguito con maestria, con la perfezione della presa di fiato senza soluzione di continuità, la delicatezza del fraseggio, la cavata del baritono richiesta dal genio compositore, l’espressione più attinente possibile allo stile francese: una delle arie più belle e difficili del repertorio d’oltralpe. Chapeau. Per non parlare, ovviamente, delle esecuzioni verdiane da Rigoletto, con “Cortigiani, vil razza dannata” e da Falstaff con l’arietta “Quand’ero paggio”: brani celeberrimi e per questo ancora più infidi e difficili nell’ottima esecuzione che ne è stata data. Repertorio, quello verdiano, che ancora oggi il Vassallo, anche con le capacità attoriali di cui si è professionalmente dotato, prosegue ad esplorare e approfondire, insieme ad un repertorio di nicchia, quello di Arrigo Boito. Dunque l’”Arioso” di Simon Mago dal “Nerone” boitiano, seguito dal puccinano Gianni Schicchi con “Ah! Vittoria! Vittoria” ha ancor di più arricchito le sfaccettature che l’interprete ha inteso far cogliere di se stesso e delle proprie capacità. Alla fine, forse, l’unico “vezzo”, quello dell’Operetta, ma d’altissimo livello, perché da “La vedova allegra di Lehar” con la sortita di Danilo “O patria”. In conclusione, lo spettatore esigente ha dimenticato del tutto gli altrui malvezzi e si è beato; e il pubblico ha gradito moltissimo un programma così ricco, variegato e pieno di brani celeberrimi, compreso il bis “Nemico della patria” da Andrea Chenier di Giordano. Natalia Di Bartolo