Opera in quattro atti
Musica di Alfredo Catalani
Libretto: Luigi Illica
da "Die Geier-Wally" (1875) di Wilhelmine von Hillern
Direttore d'orchestra Antonio Pirolli
Regia Nicola Berloffa
Scene Fabio Cherstich
Costumi Valeria Donata Bettella
Luci Valerio Tiberi
Orchestra, Coro e Tecnici Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
Interpreti
Wally Eunhee Maggio
Stromminger Gabriele Sagona
Afra Marianna Mappa
Walter Eleonora Bellocci
Giuseppe Hagenbach Carlo Ventre
Vincenzo Gellner Youngjun Park
Il Pedone di Schnals Romano Dal Zovo
Verona, Teatro Filarmonico, 23 febbraio 2025
Stagione Lirica 2025
La stagione lirica del Filarmonico di Verona 2025 scorre sul filo dell'insolito, inserendo in questa stagione del Cinquantenario della riapertura del teatro l'opera La Wally di Alfredo Catalani, divenuta ormai una rarità esecutiva, nell'allestimento ideato dal regista Nicola Berloffa nel 2017 per il circuito lirico dell'Emilia Romagna e del Teatro del Giglio di Lucca. Ripreso nella sua interezza il regista, formatosi alla scuola di Luca Ronconi, colloca la vicenda negli anni del tra le due guerre e, come da libretto, in un Tirolo, adesso confine tra Austria e Italia, ma allora zona tra Senales e Similaun, in un ambiente montano dominato dal ghiaccio, con i suoi blocchi candidi e regolarmente squadrati, alternati a piani inclinati che si trasformano in sentieri di montagna e anfratti. Fa da sfondo il profilo dei monti del massiccio del Similaun, abilmente ricostruito dalla scenografo Fabio Cherstich, risaltato nei suoi chiaroscuri da un abile gioco di luci curato da Valerio Tiberi. Interessante è la trasformazione che ne fa il regista della protagonista Wally che da aquila solitaria, che si vanta di essere stata baciata soltanto dal vento e dal sole, come in effetti era la protagonista reale del romanzo austriaco Die Geier-Wally" di Wilhelmine von Hillern nel 1875, la delinea come donna serpente, capace di attrarre e di distruggere gli uomini, esaltando le sua sensualità, per esempio, quando compare nel II atto (sapientemente ricollocato dalla piazza in una stube) e nel III atto (la baita di Wally) in un elegante abito rosso per la protagonista mentre abiti da montanari per gli altri personaggi, costume alpino tradizionale per Afra, mentre il coro indossava eleganti vestiti da città, in stile anni '30, creazioni di Valeria Donata Bettella. Il romanzo originale fu un vero e proprio best seller nell'ambito della letteratura popolare austriaca, oggetto poi di vari adattamenti teatrali, palestra per le filodrammatiche di area germanica, e film negli anni '30. Catalani conobbe personalmente l'autrice Wilhelmine von Hillern per convincerla a cedergli i diritti per il libretto che venne elaborato da Luigi Illica alla sua seconda prova come librettista. Approdò sulle scene scaligere nel 1892 ultima testimonianza di un compositore che morì troppo giovane (1854-1893), opera ammirata da Toscanini e da Mahler che la diresse nel 1893 ad Amburgo; musicalmente conferma lo stile del compositore, fatto di melodramma tradizionale italiano, di Federica Fanizza
un’autentica vena di poesia, di romanticismo e di influenze wagneriane e francesi. Nella ripresa veronese protagonista è stata chiamata il soprano coreano, ma di formazione italiana Eunhee Maggio che, dotata di vocalità di lirico dal timbro pregevole e sicuro nelle parti acute ha saputo connotare il personaggio più sul versante lirico, meno sul lato drammatico, facendosi apprezzare per un buon fraseggio, capace di dare spazio ai momenti di follia della protagonista quando, persa nella tormenta, rievoca fantasmi che popolano il mondo delle nevi. Per la parte di Giovanni Hagenbach la scelta è ricaduta su Carlo Ventre, un vero "animale da palcoscenico”, capace di dominare la scena: ha connotato il suo personaggio con voce solida e stentorea, nonostante una certa emissione intubata e di spinta, ma centrando l'emissione nei momenti di canto spiegato. Il Vincenzo Gellner del baritono coreano Youngjun Park è risulta corretto vocalmente e convincente scenicamente, nel delineare l'amante opportunista. Importanti, per il susseguirsi delle vicende, i personaggi secondari, come Walter, ruolo en travesti dell’amico fedele di Wally, interpretato da Eleonora Bellocci, la quale, con voce fresca, conferisce al personaggio tutto il carattere giovanile necessario. Molto bella la sua esecuzione dell'aria di sortita “Un di, verso il Murzoll”. Efficace nel ruolo del Pedone di Schnals (ossia il girovago della Val Senales che sta a indicare effettivamente un gruppo di nomadi originari dalla Svizzera romancia), il basso Romano Dal Zovo. Stromminger, padre di Wally, era interpretato dal basso Gabriele Sagona corretto nel gestione il ruolo di ricco montanaro orgoglioso e borghese. Disinvolta nel canto e nella recitazione l‘Afra di Marianna Mappa benché marginale antagonista di Wally. Il Coro della Fondazione Arena, ha magistralmente diretto da Roberto Gabbiani ha svolto il suo ruolo specie nel secondo atto, durante il quale erano richieste anche capacità attoriali nella gestione della vicenda ambientata nella Baita in una sua collocazione fisica non certo idonea e alquanto ristretta. Artefice non ultimo del successo della serata, il direttore Antonio Pirolli che ha fatto scoprire tutti quegli elementi sonori e musicali che sottendono alla composizione di Catalani, come le influenze delle scuole europee, le suggestioni wagneriane e i momenti di concitazione musicale della giovane scuola italiana. Il tutto reso con misura e con grande rispetto per le voci. Nell'ultima recita, una festiva pomeridiana, la platea si presentava con spazi liberi ma il pubblico presente ha saputo apprezzare sostenere con entusiasmo la prova degli artisti, tra l'altro di titolo che negli anni tra le due guerre era parte integrante del repertorio dei teatri italiani e non solo.