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AMORI DIFFICILI (GLI) - regia Lorenzo Loris

Gigio Alberti e Gemma Pedrini in "Gli amori difficili", regia Lorenzo Loris. Foto Dorkin Gigio Alberti e Gemma Pedrini in "Gli amori difficili", regia Lorenzo Loris. Foto Dorkin

di Italo Calvino
regia Lorenzo Loris
con Gigio Alberti, Monica Bonomi, Nicola Ciammarughi e la partecipazione di Gemma Pedrini
Scena Daniela Gardinazzi
costumi Nicoletta Ciccolini
luci Alessandro Tinelli
musiche Gemma Pedrini
collaborazione ai movimenti Barbara Geiger
produzione Teatro Out Off
Teatro Out Off, Milano, dal 14 marzo al 9 aprile e dal 18 aprile al 30 aprile 2017

www.Sipario.it, 13 aprile 2017

Lo sguardo sull'Amore di Italo Calvino

Lorenzo Loris sceglie di mettere in scena "Gli amori difficili", titolo del volume di racconti scritti da Italo Calvino tra il 1949 e il 1967. Sul palco, tre pedane con rispettivamente un letto, due panche e una violinista seduta anticipano visivamente un corridoio, sullo sfondo, delimitato da una vetrata quasi trasparente. È questa sorta di scenografia quadripartita che fa da sfondo alle cinque storie narrate: c'è l'amore agognato dal viaggatore in treno, c'è l'automobilista abbandonato dalla compagna per un altro uomo, c'è la moglie che tenta di sfuggire alla noia coniugale perdendosi nella notte, c'è il bandito che trova rifugio da una prostituta e, poi, ci sono gli sposi divisi da turni di lavoro massacranti. Sono tutte vite alla ricerca dell'Amore, di quello difficile, destinato a condurre i personaggi lungo la via crucis di uno smarrimento esistenziale mai troppo rivelato.
"Gli amori difficili" ci restituiscono un'umanità variegata la cui motivazione vitale è il disperato bisogno dell'altro: l'affetto, il sesso e la comunicazione sono solo le diverse forme di questo bisogno eterno, l'Amore, complicato secondo Calvino, che rende un vero e proprio classico l'opera calviniana. I personaggi dello spettacolo chiarificano e ci allargano la comprensione delle parole dell'autore nella complicata trasposizione teatrale dell'opera letteraria. Nessuno di loro è un protagonista. Tutti sono marionette manovrate dall'Amore che, in questo caso, è l'amore difficile. È quello che ci stimola, che ci appare vicino ma mai raggiungibile. Il viaggiatore, l'automobilista e gli altri personaggi cercano e desiderano qualcosa che non c'è e per questo soffrono. Si illudono di trovarlo ma poi si ritrovano sempre più invischiati in una realtà che è diversa da quella che si immaginano. La meta sembra raggiunta ma non è raggiunta. Per Calvino l'Amore e l'amore difficile sono la stessa cosa o, più precisamente, siamo noi che assistendo ai suoi racconti finiamo col fare questa equazione.
Lorenzo Loris ha il pregio di tentare la strada difficile della messa in scena di un'opera che non è destinata al teatro. Anche se la sua scelta di usare i microfoni e di dare un ordine non sequenziale ai racconti è discutibile. I personaggi sono le diverse voci dell'autore. La difficoltà sta come dice bene Gigio Alberti (attore nello spettacolo) in un'intervista, nel "mettersi dentro in un corpo un racconto che è tanta testa". Proprio lo stesso Gigio Alberti riesce con grande abilità fisica interpretativa a colmare questa discrepanza. Non sempre, invece, ce la fanno gli altri interpreti. Nel finale, il pubblico applaude la visione filosofica sull'Amore di Italo Calvino.

Andrea Pietrantoni

Ultima modifica il Venerdì, 14 Aprile 2017 11:17

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