di Vittorio Franceschi
Regia: Marco Sciaccaluga
Scene: Matteo Soltanto, Maschere e Costumi: Werner Strub, Musiche: Andrea Nicolini, Luci: Sandro Sussi
Interprete: Vittorio Franceschi
Teatro Stabile di Genova
Teatro Duse, Genova dal 15 aprile al 3 maggio 2009
Etta Cascini
Un tema inquietante come la morte diventa nello spettacolo di Vittorio Franceschi un tema quotidiano, ed è lo spunto per cinque racconti di vita vissuta con un corollario di considerazioni e lampi di verità sull’uomo e la sua natura. Rappresentata con giusto risalto ed equilibrio da Marco Sciaccaluga, la storia ha un sorprendente interprete unico al posto di cinque personaggi e un coro.
Vittorio Franceschi li riunisce in sé e li trasmette attraverso le maschere di Werner Strub, maschere speciali, un piccolo capolavoro di confezione artigianale e di espressività scenica, che, animate abilmente dall’attore, prendono il carattere dei vari personaggi. Il volto di Franceschi si esprime attraverso gli occhi e la voce filtrata dalla maschera ha il tono adeguato al ragazzo col motorino, poi a quello della vedova, a quello del padre di un figlio suicida, della ragazza con la madre assassinata e infine del barbone, che è forse il carattere più vivo e sentito, dal risvolto ironico e un po’ buffo. L’interpretazione eccellente di Franceschi, attore – autore, non fa sentire la fatica reale di vivere da solo cinque protagonisti, ma ci offre uno spettacolo affascinante, punteggiato di humour e di riflessioni filosofiche. Ben intonata la scena di Matteo Soltanto, le musiche di Andrea Nicolini e le luci di Sandro Sussi.