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BRUTO – regia Simon Domenico Migliorini

"Bruto", regia Simon Domenico Migliorini. Foto Deborah Raimo "Bruto", regia Simon Domenico Migliorini. Foto Deborah Raimo

di Nicola Fano per Simon Domenico Migliorini
da Giulio Cesare di William Shakespeare

Produzione Gruppo Progetto Città / Festival Internazionale Teatro Romano Volterra
Adattamento drammaturgico e regia Simon Domenico Migliorini
assistente alla regia Ilenia Veronica Raimo
movimenti scenici Aurelio Gatti
assistente Laura Giuntoli
musiche originali David Dainelli
disegno luci e audio Paolo Morelli
costumi Gabriella Panza
con Simon Domenico Migliorini
e Ermelinda Çakalli, Laura Giuntoli, Federica Gurrieri, Davide Raffaello Lauro
Marco Olivieri, Ilenia Veronica Raimo
Teatro Romano, Volterra 7 agosto 2022

www.Sipario.it, 8 gennaio 2023

Una figura storica su cui si continua ancora oggi a discutere è quella di Bruto, figlio adottivo di Giulio Cesare. Fu uno spietato e cinico assassino o un coraggioso tirannicida ? Il giudizio su questo controverso personaggio è probabilmente influenzato dalle letture tramandateci dalle diverse epoche storiche che ne hanno modificato la prospettiva. Nella tradizione letteraria nostrana Dante Alighieri lo posiziona senza dubbi all’Inferno, accanto a Giuda. Ispirò anche Alfieri e Leopardi, che ne esaltarono la nobiltà e il coraggio per aver scelto nel suicidio l’adeguata forma di denuncia e di protesta verso la tirannia. Ma è soprattutto con il Giulio Cesare di Shakespeare che la figura di Bruto ottennne il massimo riscatto. Si tratta di un Bruto che anche nel momento in cui pugnala Cesare lo ama, ma ama ancor di più Roma. Ed è a questo Bruto che Nicola Fano ha tratto ispirazione nella raffinata e attenta elaborazione del testo messo in scena da Simon Domenico Migliorini, fondatore e direttore artistico del Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra, lo scorso Agosto, per celebrare il ventennale della prestigiosa manifestazione con una nuova produzione in grado di tracciare una linea di ideale congiungimento tra la gloriosa epoca imperiale romana e la drammatica e controversa attualità, quale quella del presente scenario politico mondiale.
A questo proposito Migliorini, interprete e regista dello spettacolo, ha affermato: “Bruto è ispirato e tratto da Giulio Cesare di Shakespeare che a sua volta è stato influenzato dalle opere di Plutarco. Shakespeare ne ha fatto un dramma simile ad un resoconto storico sceneggiato.
Gran parte della critica, dall’Ottocento ai nostri giorni, ritrova nel personaggio di Bruto quello che nel lavoro successivo del Bardo saranno le caratteristiche psicologiche, i dubbi e i tormenti del principe di Danimarca, Amleto. Un Bruto combattuto all’interno del proprio spirito tra l’amore filiale per Cesare e l’ideale repubblicano. Viene spesso presentato come un intellettuale, un uomo di pensiero e azione al quale fa da contraltare Cassio. In realtà non è solo Shakespeare ad individuare in Bruto le caratteristiche che, da una parte, possono portare a giustificare la sua azione sanguinosa, dall’altra, a dividere il pensatore, l’intellettuale, l’idealista, la ragion di Stato, dall’uomo. Non dimentichiamoci poi che durante la rivoluzione francese Bruto divenne icona di giustizia contro la tirannia”.
Il testo elaborato da Nicola Fano ha voluto evidenziare, già vent’anni fa quando fu concepito insieme a Giorgio Albertazzi, questa sorta di antesignano di Amleto, con le sue ragioni e contraddizioni.
Il riadattamento per la scena di Migliorini ha messo ancor di più in evidenza un Bruto ‘shakespeariano’, ma anche ‘contemporaneo’: un personaggio che, proprio in questo momento storico, ritorna in auge mettendoci di fronte a interrogativi morali e etici di grande interesse e attualità. Sulla scena Bruto dà voce a tutti i personaggi ed in particolare a Cassio e a Marco Antonio, ed esterna gli entusiasmi e i dubbi dei congiurati che parteciparono all’assassinio di Giulio Cesare. Presenza costante all’interno della pièce è il Coro che di volta in volta rappresenta i soldati, il popolo, i congiurati e che impersona Cesare, Porzia, Calpurnia, e altri personaggi della vicenda.
Le voci e i ricordi di un Bruto sconvolto per la perdita della sua amata compagna Porzia, della messa a morte di cento senatori, di Cicerone, dei suoi amici, ed in particolare di Cassio che si è tolto la vita per un fraintendimento, si susseguono a partire dall’evocazione dei Lupercali, dai quali tutto prese inizio, fino all’assassinio e alla rivolta popolare incitata da Antonio. Alla fine Bruto si trova solo, sul campo di battaglia in Grecia, in mezzo alla carneficina di Filippi e decide di darsi la morte come Catone, che al tempo aveva biasimato per lo stesso gesto.
Intensa e partecipata l’interpretazione di Simon Domenico Migliorini, anche nella pluralità interpretativa di diversi personaggi, oltre al controverso Bruto. I movimenti coreografici ideati dal Maestro Aurelio Gatti, e le musiche originali di David Dainelli, fanno da cornice ideale allo spettacolo rendendolo ancora più coinvolgente. Non facile l’operazione di adattamento di un testo che vuole essere un omaggio a Shakespeare, conservando quelle atmosfere di presaga attesa e tormentato dubbio che riecheggiano volutamente la tragedia del dubbio per antonomasia: quella del principe di Danimarca.
Lo spettacolo è andato in scena in prima nazionale nella suggestiva cornice del millenario Teatro Romano. Sarà riproposto sia a Volterra che in tournèe nella stagione 2023.

Alma Daddario

Ultima modifica il Venerdì, 10 Febbraio 2023 00:06

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