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BOTANICA QUEER - di e con Ulisse Romanò / Nina’s Drag Queens

"Botanica Queer", di e con Ulisse Romanò / Nina’s Drag Queens "Botanica Queer", di e con Ulisse Romanò / Nina’s Drag Queens

di e con Ulisse Romanò / Nina’s Drag Queens
costumi Rosa Mariotti
sarta Antonella Vino
copricapo Martina Lenci
illustrazioni Maddalena Oppici
supporto tecnico Gianluca Di Lauro
APARTE Soc. Coop.
CineTeatro Baretti, Torino 22 e 23 maggio 2025

www.Sipario.it, 24 maggio 2025

Qualcuno, forse, può restare interdetto, addirittura spaventarsi, leggendo le istruzioni online prima di recarsi a teatro: indossare scarpe appariscenti, ma comode; portarsi prodotti (ecologici) repellenti per insetti e omofobi; prepararsi ad abbracciare cortecce. Non capita tutti i giorni di andare ad assistere a uno spettacolo dovendosi preparare come per un’escursione, o per una passeggiata ecologica: succede, però, con Botanica Queer, delle Nina’s Drag Queens; uno spettacolo queer (in scena al CineTeatro Baretti, di Torino), nel senso più ampio del termine, ovvero diagonale (sorprendente, in controtendenza) come lo sguardo che viene gettato sulle cose; sul mondo intorno a noi e anche su nozioni scientifiche. No, nessuna scoperta o rivelazione che ambisca a smontare e far crollare i pilastri della biologia: niente di tutto ciò, ma la possibilità di osservare l’universo vegetale con occhi nuovi e attenti alle somiglianze (tra l’uomo e la flora che lo circonda), a smascherare diversità solo apparenti.

È uno show che risveglia i sensi quello di e con Ulisse Romanò, nei panni di Demetra (il nome, naturalmente, non è casuale, ma racchiude in sé tutta la ricchezza mitologica del caso); ninfa e guida sapiente, ospitale, che accompagna un gruppo di fortunati alla scoperta dei veri protagonisti di Botanica Queer: ippocastani, platani, alberi e piante di diverse specie che si possono trovare in città (al parco del Valentino a Torino, ma non solo).

Sembra un po’ di tornare tra i banchi della scuola, durante le ore sonnolente di scienze naturali, quando si apprendevano le caratteristiche delle varie piante: solo che ora a spiegarle è una professoressa con le ciglia lunghe come pistilli e il capo ricoperto di fiori sgargianti, che ama le canzoni di Ivana Spagna, Orietta Berti e Giuni Russo. Una gioia per l’udito, dunque, che ritrova musiche romantiche e familiari (imparando anche quali sono, invece, le melodie preferite dalle piante); per la vista che si leva verso i vasi fioriti sui balconi o verso le folte chiome alberate; per l’olfatto, che si inebria del profumo di zone verdi cittadine (quasi sempre) ignorate e date per scontate. Tutto ciò, muovendosi, guardandosi intorno e camminando senza fretta: un privilegio!

Non anticipiamo nulla sul contenuto dello spettacolo/lezione/camminata all’aria aperta: ci limitiamo a raccomandarlo perché – con grande allegria – ha il merito di aprire nuovi orizzonti nella mente del pubblico su temi come la diversità e la pretesa di stabilire l’ordine delle cose in base al proprio, prepotente e predominante, punto di vista.

Demetra è la natura, che abbraccia e accoglie in sé tutte le creature dell’universo: stuprata, schiacciata e messa da parte nella cosmogonia da arroganti divinità (maschili). Meditate, genti e intanto riflettete: il meraviglioso mondo queer delle piante vi osserva, senza giudizio. 

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Sabato, 24 Maggio 2025 09:07
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