Stampa questa pagina

BLU - regia Giampiero Judica

Blu Blu regia Giampiero Judica

Testo: Laura Forti
Regia: Giampiero Judica
Interprete: Linda Caridi
Teatro della Tosse, Genova dal 13 al 17 novembre 2012

www.Sipario.it, 16 novembre 2012

La scena è vuota, grigia: una sedia e un vecchio casco per capelli arrugginito sono i protagonisti del degrado che imprigiona Concetta, ragazza della provincia siciliana, costretta a lavorare nel negozio di parrucchiera della madre.

Concetta è fragile e vitale, ribelle e sognante. Vuole fuggire dal pantano di un luogo che non muta, da strade e case che rimangono costruite per metà, da una madre anaffettiva e bigotta, dai ragazzi "tamarri" del suo paese, dal ricordo di un padre che l'ha abbandonata per farsi un'altra famiglia e un'altra figlia dal nome francese. Unica spalla, in questa routine che la strangola, è Dolores, cugina "malata psichica" di cui si prende cura. L'amica d'infanzia, invece, "ha fatto il salto", è andata a lavorare in città e a farsi sposare da uno ricco.

La quotidianità di Concetta è fatta di solitudine, disagio, paura, nell'attesa sognante di un principe azzurro, anzi blu, che Concetta sublima nell'immagine esotica e misteriosa di un tuareg, rubata da un libro alla biblioteca comunale. Il destino la sorprende con la guardia abbassata una sera in discoteca. Tramortita dall'alcol e dall'acido, immobile, senza capacità di reagire, Salvatore la violenta sul sedile posteriore della macchina.

Il racconto scorre veloce verso l'epilogo: la gravidanza seguita allo stupro, la "fuitina" che è costretta ad inscenare per salvare il buon nome della famiglia, l'abbandono dei sui stessi complici, la fuga disperata in treno verso Milano, l'aborto che sopraggiunge in un centro commerciale. Il ritmo degli eventi è spezzato dalle canzoni dei Tokio Hotel, che piacciono tanto a Concetta e che, come un interruttore, la isolano dalla realtà.

Linda Caridi interpreta Concetta con grinta e delicatezza e dà voce a tutti gli altri personaggi cambiando, con apparente naturalezza, tono, fisicità, sguardo, movenze, offrendo una cruda carrellata di tipi umani.

Nonostante una platea quasi deserta, spettatori e teatranti hanno occasione di confrontarsi al termine dello spettacolo, secondo una bella usanza che il Teatro della Tosse ha inaugurato con il Cantiere Campana. Linda e Giampiero Judica, che ha curato la regia, si concedono con umiltà e ironia al pubblico entusiasta.

Dalla curiosità degli spettatori più coraggiosi scopriamo qualcosa di più sull'iter dello spettacolo e sulla sua protagonista, una giovane attrice da poco uscita dalla scuola di recitazione che, con determinazione e professionalità, ha deciso di passare qualche tempo a Ragusa per assorbire nell'orecchio quel dialetto che ripropone sul palco in modo pulito e fedele.

"Perché il casco per capelli è buttato a terra? Mi sarebbe piaciuto vederlo usato", osserva una spettatrice. Anche l'aspirapolvere, aggiungo io, che rappresenta la minaccia dell'aborto, rimane in scena come un oggetto sterile, descrittivo anziché evocativo. "Forse è tutto un po' troppo veloce. Bellissimo, ma a volte a scapito della comprensione". È la voce di un pubblico attento e riconoscente di cui Giampiero e Linda possono essere soddisfatti e fare tesoro.

Marianna Norese

Ultima modifica il Venerdì, 09 Agosto 2013 08:53

Articoli correlati (da tag)

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.