DALLA COMMEDIA ORIGINALE DI J.M.Barrie
DI Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields
con Luca Basile, Marco Zordan, Alessandro Marverti, Viviana Colais, Stefania Autuori,
Valerio Di Benedetto, Yaser Mohamed, Carolina Gonnelli, Igor Petrotto,
Riccardo Giacomini, Ilaria Orlando, Massimo Genco
TRADUZIONE Enrico Luttmann
Regia di Adam Meggido
Produzione di AB Management e Officine Del Teatro Italiano in esclusiva in Italia in accordo con Kenny Wax Ltd
Stagione 2021/2022
Teatro Brancaccio – Roma dal 3 Novembre al 28 Novembre 2021
Il teatro ha un grandissimo vantaggio rispetto alle altre forme d’arte: quello di poter ridere su di sé e i suoi mezzi. Si provi a farlo con la pittura, la poesia, la letteratura o la musica: non se ne caverà il minimo decente risultato da poter presentare al pubblico. Forte di questa peculiarità, negli anni si sono realizzate tante opere – Rumori fuori scena la più celebre – che, ridendoci sopra, hanno mostrato cosa accade dietro le quinte di uno spettacolo. Ma nessuna, a memoria di chi scrive, ha mai raggiunto la perfezione e l’ilarità di Che disastro di Peter Pan.
Una compagnia di attori decide di mettere in scena la celeberrima opera di J. M. Barrie. Regista e aiuto regista, prima dell’inizio, salutano il pubblico avvisandolo che, stavolta, non ci saranno gli inconvenienti accaduti gli anni passati in occasione di altre commedie. E questo perché si è potuto contare su una produzione che ha investito la giusta somma di denaro. Ciò detto, lo spettacolo può cominciare.
Entra quindi in scena la voce narrante che inizia a introdurre la storia, ma l’attore a momenti viene incendiato da una fiammata uscente da un cavo elettrico. I letti a castello della stanza dei tre bambini protagonisti della fiaba – impersonati da interpreti adulti e poco credibili come fanciulli – collassano uno sull’altro rischiando di schiacciare gli attori. Peter Pan fa il suo ingresso volando, come da copione; ma sbatte da una parte all’altra della scenografia, facendone crollare ora uno, ora un altro pezzo. Ma si fa finta di niente e si va avanti ugualmente: the show must go on. Ma come? Apriti cielo! La nipote del regista, per la troppa vergogna, non spiccica una battuta; Campanellino, che indossa una gonnellina di tulle attaccata a un filo elettrico per far illuminare le tante lampadine di cui è intessuta, rischia di morire elettrizzata per un corto circuito. E così via di guaio in guaio, fino al duello finale fra il perfido Capitan Uncino e Peter Pan: qui l’argano, su cui tutta la scenografia si regge, crolla. Ma gli attori, consapevoli della catastrofe, non si arrendono comunque e recitano fino alla fine la loro disastrosa versione della fiaba di Barrie.
Un’opera del genere non si può reggere se a interpretarla non vi fosse una compagnia straordinaria di attori, tutti bravissimi. Eccezionali tempi comici, capacità mimica ed espressiva davvero fuori dal comune, disinvoltura nel dare l’idea della naturalità dell’errore commesso – e non c’è cosa più difficile, per un attore, simulare uno sbaglio accaduto per caso. Ingredienti che hanno reso questa commedia una perla di delizie, soprattutto perché dotata di un’ironia non solo di battute, ma fatta di gags da cinema muto, costruite con precisione: una vera preziosità.
Eccezionali Marco Zordan e Yaser Mohamed per la misura mostrata nel portare avanti una situazione comica senza mai esagerare e approfittando bonariamente della complicità del pubblico.
Che disastro di Peter Pan: che delizia per il teatro! Da vedere e rivedere.
Pierluigi Pietricola