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CON IL VOSTRO IRRIDENTE SILENZIO - ideazione e drammaturgia Fabrizio Gifuni

"Con il vostro irridente silenzio", ideazione e drammaturgia Fabrizio Gifuni. Foto Mimmo Frassineti "Con il vostro irridente silenzio", ideazione e drammaturgia Fabrizio Gifuni. Foto Mimmo Frassineti

Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro
FABRIZIO GIFUNI
ideazione e drammaturgia di Fabrizio Gifuni
Si ringraziano
Nicola Lagioia e il Salone internazionale del Libro di Torino
Christian Raimo per la collaborazione
Francesco Biscione e Miguel Gotor per la consulenza storica
foto di: Mimmo Frassineti
Roma – Teatro Vascello dall'8 al 13 marzo 2022

www.Sipario.it, 9 marzo 2022

Pochi elementi a popolare il palco del Vascello. Un tavolino di legno color marrone ed una sedia. A lato, un microfono su un’asta. In terra, fogli sparsi, inscritti in un ampio rettangolo, sempre di fogli, a formare un fossato dal quale è impossibile uscire. Se si prova, cosa accade? Quale futuro al di fuori di quel mondo bianco cosparso di segni neri che formano parole e discorsi, tentando di sistemare concetti ponendoli sotto una luce inequivocabile?
Si spengono le luci ma non del tutto. Quanto basta a far capire al pubblico che la serata sta per iniziare. Dalla quinta alla destra della platea esce Fabrizio Gifuni. Vestito con un completo grigio a righe ed una camicia bianca, inizia a raccontare quello che di lì a pochi istanti avverrà. È una storia che riguarda tutti noi in prima persona, sebbene possa apparire distante perché non vissuta direttamente. Risale a non molto tempo fa. Siamo nel 1978. Precisamente nel giorno in cui il Presidente del Consiglio e segretario della Dc viene rapito dalle Br e tenuto in ostaggio per essere posto sotto processo dal tribunale del popolo, condannato a morte e poi ucciso. Il suo corpo, ritrovato nel bagagliaio di una macchina di infimo ordine. Durante la reclusione, Aldo Moro scrisse ininterrottamente. Lettere su lettere indirizzate a tutti: sua moglie, i suoi figli, colleghi di partito, al Presidente della Repubblica, a parlamentari di maggioranza e opposizione, al Papa, a potenti uomini di governo delle altre nazioni occidentali. Nessuno escluso. Assieme alle lettere, nelle quali Moro spiega e chiede di essere liberato iniziando un dialogo con i suoi rapitori – appello inascoltato – si alternano pagine intitolate “Memoriale”, nelle quali vengono raccontati e svelati fatti, recenti e meno recenti rispetto a quegli anni, avvenuti parallelamente e all’oscuro della storia ufficiale. Di questi documenti, ritenuti falsi, scritti sotto dettatura, dalla grafia stentata e incerta, dal pensiero alterato, molte non vennero recapitate. Il loro ritrovamento, fantasioso e a tutti noto: nel 1990, in un appartamento di Milano, a suo tempo perquisito meticolosamente da uomini comandati dal generale Dalla Chiesa (“Non una mattonella resterà al suo posto”), dietro una parete di cartongesso.
Parole che svelano retroscena drammatici, dinamiche agghiaccianti. A rievocare tutto ciò, bastano pochi significativi esempi: Gladio, Sindona, i rivoli di finanziamenti alla Dc provenienti dalla Cia. Un mondo spettrale, oscuro, un puparo la cui fisionomia è ancora ignota e lo resterà forse per sempre.
Con rigore, misura, una recitazione ricca di volute, ora straniata, ora passionale, Gifuni ha fatto risuonare potentemente le parole di Moro, ignote e inascoltate per troppi anni. Ha donato loro una voce modulata su toni contrastanti, che udendola rende l’animo inquieto. Perché Con il vostro irridente silenzio lo spettro di colui che fu lasciato morire torna a dialogare con noi. Una conversazione resa muta ma, in verità, mai interrotta.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Lunedì, 14 Marzo 2022 09:51

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