liberamente tratto da “La Sirenetta” di H.C. Andersen
testo e regia Emma Dante
con Viola Carinci, Davide Celona, Stephanie Taillandier
Luci Cristian Zucaro
Coordinamento e distribuzione Daniela Gusmano
Produzione Atto Unico / Sud Costa Occidentale
Roma – Teatro Vascello 23-24-30 novembre e 1 dicembre 2024
Conquistare ciò che più desideriamo vuol dire realizzare un sogno anche a costo di perdere qualcosa di prezioso. È il rischio che corre Agnese, sorella più piccola di una famiglia di sei sirene. Fra tutte, è quella che ha un carattere strano. Se ne sta ore a contemplare il mare su uno scoglio, cantando. Ha una voce meravigliosa, pelle delicata, occhi profondi. Quando, un giorno, vede affondare una nave per via di una terribile tempesta, accorre immediatamente tuffandosi in acqua per salvare la vita a un bellissimo principe. E se ne innamora. Da quell’istante, per Agnese c’è un solo pensiero: vivere per sempre felice e contenta, come ogni fiaba che si rispetti, con l’uomo che ama. Ma lei è una sirena e non può stare con gli esseri umani e fuori dall’acqua per giunta. Come farebbe? E soprattutto come sarebbe accolta? Quando il sogno di Agnese pare tanto assurdo quanto impossibile dall’essere realizzato, ecco accorrere in suo aiuto – così sembra! – la strega del mare. Questa maga può trasformare la sirena in un essere umano, tramutando la sua coda di pesce in due meravigliose gambe. Ma tutto ha un prezzo. In cambio della magia, Agnese dovrà rinunciare alla sua meravigliosa voce. Non solo, perché se il suo amore non dovesse venire ricambiato dal principe, la bella sirena verrà trasformata in schiuma del mare, così scomparendo per sempre. Un prezzo altissimo da pagare per la sirena. La quale è disposta ad accettare l’accordo e di correre il rischio. La fiaba di Andersen è notissima e tutti ne conoscono il finale per raccontarlo. Ed Emma Dante, nella riduzione che ne ha fatto per il suo spettacolo Il canto della sirena, rende questa storia una metafora della condizione femminile che oggi, alla luce dei recenti fatti di cronaca legati a casi di maltrattamenti e femminicidio, è tornata più attuale che mai e potrebbe essere così riassunta: una donna privata della sua voce, senza la quale non può opporsi, denunciare le angherie, difendersi e controbattere, finisce per non esistere agli occhi degli altri e scomparire. Nella rilettura della Dante, è esattamente quello che succede ad Agnese: c’è, esiste; ma non avendo voce, agli occhi del principe che prima l’amava perde d’interesse fin quasi a diventare indifferente. Al di là di alcuni balletti e musiche poco evocativi con le atmosfere della storia, Il canto della sirena è uno spettacolo ben riuscito. Bravissima Viola Carinci nei panni di Agnese, con una recitazione basata su una fisicità imponente ma piena di innocenza e di leggerezza. E molto brava anche Stephanie Taillandier, una strega del mare che maschera la sua cattiveria dietro un’apparenza di determinazione. Stupendo il balletto finale con Agnese che si trasforma in schiuma marina, danzando vestita di bianco, che pian piano si accascia a terra coprendosi con un velo. Lei, immobile, e le luci di scena che, lentamente, cedono il posto all’oscurità. Vien da chiedersi: questo allestimento è riuscito ad accordarsi al gusto dei bimbi presenti fra il pubblico? Pierluigi Pietricola