Tre atti unici
di Anton Cechov
adattamento Peter Stein e Carlo Bellamio
L’orso, con Maddalena Crippa, Sergio Basile, Alessandro Sampaoli
I danni del tabacco, con Gianluigi Fogacci
La domanda di matrimonio, con Alessandro Averone, Sergio Basile, Emilia Scatigno
scene Ferdinand Woegerbauer
costumi Anna Maria Heinreich
luci Andrea Violato
assistente alla regia Carlo Bellamio
regia Peter Stein
produzione Tieffe Teatro, Teatro Quirino srl
Schio (Vicenza), teatro Civico, 6 marzo 2025
Se c’è uno spettacolo che veramente non si può perdere e che ha tutte le caratteristiche per questo, è senza dubbio Crisi di nervi, tre atti unici di Anton Cechov, per la regia di Peter Stein. Trittico di testi giovanili dell’autore russo, stuzzicante, divertentissimo, oltre alla superba regia del geniale Maestro berlinese è un concentrato di teatro di altissima fattura, grazie certamente ai sagaci testi, alla regia di cui ho già detto, e alle grandissime prove d’attore di ognuno degli interpreti, Maddalena Crippa in testa. Crisi di nervi evidenzia, intanto, cos’è il teatro puro, fatto di interpreti di grande pregio, di una regia intelligentemente sarcastica e perfetta, e di tre testi che messi insieme fanno l’effetto scoppio e non tradiscono, mai, lo spettatore che finalmente può uscire dal teatro più che soddisfatto. I tre atti unici cechoviani vanno inoltre a evidenziare spudoratamente alcuni lati umani di cui Cechov scrive, scoprendo impulsi e ricorrenze dei personaggi, diventando non certo solo dei tratteggi di personalità ma cavandone da ognuno grossi aspetti interiori, tragicomici. Che rispecchiano ciò che l’uomo e la donna in fin dei conti sono, con difetti marcati e reali che questi atti unici evidenziano ponendo riflessioni da approfondire per conoscerci meglio. L’orso è il primo dei tre testi, dove la scena è austera e l’infelicità di una vedova è marcata, per la morte del marito qualche mese prima. Ma una svolta è in arrivo, un creditore che deve riscuotere quel giorno stesso per pagare altri fornitori, che subentra in casa con modi poco ortodossi che diventano sempre più morbidi, e c’è il suo perché. A completare il tutto, c’è un servo anziano, incredulo, comicamente rassegnato, testimone, fino a un certo punto però, di quel che succede. Il secondo atto, I danni del tabacco, vede un conferenziere tuttofare messo lì dalla (contestatissima) moglie per una lezione pubblica sul tabacco, che tutto fa e dice meno la lezione stessa, mostrando tutta l’insofferenza sulla consorte despota, e padrona di tutto. E’ uno sfogo personale drammaticamente comico, nel quale l’uomo riversa tutta la sua rabbia e le sue nevrosi di paura, e la sua bassezza. Nel terzo, La domanda di matrimonio, un giovane chiede la mano di una fanciulla vicina di casa, al padre di lei in una sorta di continui ribaltamenti e rivalse di proprietà, che creano ovviamente dello scompiglio. La regia di Peter Stein è azzeccatissima e non smentisce certo la sua fama dirigendo con grande tecnica e maestria i suoi attori, mettendo in luce le nevrosi umane e borghesi sotto forma di vaudeville, con tanta ironia che massacra la pochezza dei caratteri dei personaggi, la loro discutibile e falsa esistenza. Lo spettacolo è meravigliosamente impeccabile, elegante sotto ogni punto di vista, e ineccepibili sono i costumi e le scenografie, le luci. Oltre a tutto ciò, si ha davanti la miglior attrice italiana di teatro, Maddalena Crippa, che alla sua vedova regala un’interpretazione di grande forza, sia drammatica che comica. E’ circondata da ottimi colleghi, come l’esperto Sergio Basile (il servo del primo atto e il padre della ragazza nel terzo), Gianluigi Fogacci (monologante straordinario ne I danni del tabacco), e ancora Alessandro Averone, talentuosissimo attore sempre in crescita, qui come giovane innamorato problematico, l’efficace Alessandro Sanpaoli (L’orso, nel ruolo dello stesso, il creditore) ed Emilia Scatigno, molto brava nella parte della ragazza ambita per lo sposalizio. Crisi di nervi è in tournée (prossimamente in Sicilia, a Genova, a Bologna e a Roma, al Quirino). A Schio, nella bella cornice del Teatro Civico, una valanga di applausi e di chiamate, giustamente. Francesco Bettin