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COLORE DEL SOLE (IL) - regia Cristian Taraborrelli

"Il colore del sole", regia Cristian Taraborrelli. Foto Elisabetta Saija "Il colore del sole", regia Cristian Taraborrelli. Foto Elisabetta Saija

Opera in un atto liberamente tratta dal romanzo omonimo di Andrea Camilleri
Regia, scene, drammaturgia video Cristian Taraborrelli
Musica di Lucio Gregoretti
Drammaturgia di Vincenzo De Vivo
Videointervista di Ugo Gregoretti ad Andrea Camilleri realizzata da Gianlorenzo Gregoretti
Ensemble dell'Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, direttore Gabriele Bonolis
Coro Polifonico "Luca Marenzio"
Maestro del coro: Carmine Daniele Lisanti
Video proiezioni: Fabio Massimo Iaquone
Costumi: Angela Buscemi
Light designer: Giacomo Menichini
Coreografie: Mariangela Bonanno
Danzatori: Compagnia Marvan Danza
Interpreti: Massimo Odierna (Caravaggio), Cristiana Arcari (Lena, Celestina), Giusy Costa (La Bardassa)
Riccardo Angelo Strano (Il giovane di piacere, Aloysio), Alessandro Vargetto (Padre superiore)
Produzione: E.A.R. Teatro di Messina, in collaborazione con l’Associazione Fondo Andrea Camilleri sponsor Errebian S.P.A.
Foto di Elisabetta Saija
Teatro V.Emanuele Messina 16 e 18 maggio 2025

www.Sipario.it, 17 maggio 2025

I fatti oscuri e gli intrighi irrisolti attiravano da sempre la curiosità di Andrea Camilleri, che con il suo stile vivace e colorito cercava di dipanarli nei suoi romanzi. Il colore del sole (2007) ne è un esempio significativo, ispirato a un episodio realmente accadutogli. Dopo molto tempo, Camilleri tornò al Teatro Greco di Siracusa per assistere a una rappresentazione classica, ma non riuscì a godersi lo spettacolo: come racconta lui stesso, fu “strizzato da uno spettatore di ampie proporzioni, seduto sul gradino accanto, vestito alla buona e che puzzava di pesce”. Tornato in albergo per cambiarsi e andare a cena da amici, si accorse con stupore, nel trasferire gli oggetti da un abito all’altro, di avere nella tasca sinistra della giacca un biglietto che non ricordava di averci messo. Da quel momento, il racconto prende una svolta da romanzo giallo: Camilleri, seguendo piste tortuose, arriva a scoprire un presunto diario autografo di Caravaggio, redatto durante il soggiorno del pittore a Malta e in Sicilia nell’estate del 1607. Elemento distintivo del libro è la lingua seicentesca, grezza e contorta, attraverso la quale si manifesta l’ossessione del Merisi per il "sole nero", simbolo della sua vita tormentata e della sua arte, metafora della disperazione che accompagna il genio. Nell’adattamento teatrale andato in scena al Teatro Vittorio Emanuele, lo spettacolo si apre con una video-intervista di Ugo Gregoretti a un Camilleri sornione (e, per una volta, senza sigaretta), che chiarisce alcuni aspetti del suo romanzo. Subito dopo, il maestro Gabriele Bonolis dirige l’Ensemble orchestrale del Vittorio Emanuele, accompagnato dal Coro Polifonico “Luca Marenzio” e da un quartetto vocale disposto lateralmente al palco. La partitura – sinfonica, oratoriale e quasi elettroacustica – è firmata da Lucio Gregoretti, figlio di Ugo. La regia di Cristian Taraborrelli assume i tratti del Teatro totale, arricchita dalle intense interpretazioni di Massimo Odierna nei panni di Caravaggio. L’attore è quasi sempre in scena e narra, in un linguaggio arcaico, gli anni vissuti dall’artista tra Malta e le città siciliane, prima dell’imbarco nel 1608 su un caicco diretto, forse, verso Napoli o Roma. Il racconto si intreccia con proiezioni video oniriche: appaiono visioni di nude vestali, scene della vita di Caravaggio accanto al giovane di piacere Aloysio (Riccardo Angelo Strano), e le figure femminili di Lena e Celestina (entrambe interpretate da Cristiana Arcari). Le immagini lasciano poi spazio alle coreografie astratte di Mariangela Bonanno, eseguite dai danzatori della Compagnia Marvan Danza. Momento evocativo e potente è la ricomposizione, su superfici bianche, del dipinto Il seppellimento di Lucia, conservato a Siracusa. Non manca una citazione visiva forte: un David che solleva non la testa di Golia, ma quella mozzata – grondante sangue – dello stesso Caravaggio. Tra le città evocate, c’è anche Messina, dove Caravaggio realizzò due capolavori: La resurrezione di Lazzaro e L’adorazione dei pastori, oggi custoditi nel Museo Regionale Maria Accascina. In conclusione, quest’opera visionaria, accolta calorosamente dal pubblico del Teatro Vittorio Emanuele, si è rivelata di grande valore artistico. L’auspicio è che Matteo Pappalardo, direttore artistico del settore musicale, possa includere nella prossima stagione altre produzioni contemporanee di questo spessore.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Lunedì, 19 Maggio 2025 10:50

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