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CANNIBARDO E LA SICILIA - regia Giuseppe Dipasquale

Cannibardo e la Sicilia Cannibardo e la Sicilia Regia Giuseppe Dipasquale

di Andrea Camilleri
regia Giuseppe Dipasquale
musiche originali Mario Incudine
eseguite dal vivo da Mario Incudine e Antonio Vasta
con Massimo Ghini, Mimmo Mignemi, Vincenzo Crivello
coproduzione Teatro Stabile di Catania - Tunart
Teatro Greco, Romano 29 Luglio 2011

www.Sipario.it, 3 agosto 2011

Un tuffo nella storia d'Italia, nella Sicilia, nei suoi colori, nel luogo di incontro tra culture, genti e popoli diversi oggi più che mai, a cui deve la propria cultura, nel suo splendido patrimonio artistico, ambientale e fra la sua gente. Un tuffo preparato mirabilmente dallo scrittore Andrea Camilleri, siciliano doc, ed eseguito altrettanto mirabilmente dall'attore Massimo Ghini, che ne è il protagonista, insieme ad una squadra di attori, Mimmo Mignemi e Vincenzo Crivello, di musicisti, Mario Incudine e Antonio Vasta, anch'essi bravi, grazie anche alla particolare regia multimediale di Giuseppe Dipasquale. Nella suggestiva cornice del Teatro greco romano, situato nel centro storico della città etnea,abbiamo assistito a questo " tuffo" nella storia in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, un modo per esaltare il valore della coesione nazionale, della libertà della nostra terra e dello spirito delle popolazioni. Il tuffo è lo spettacolo coprodotto dal Teatro Stabile di Catania e Tunart per l'Estate Catanese "Di tutti i colori" promossa dal Comune. Ed è un suggestivo "tuffo" nel racconto di un "sogno" di una breve parabola delle speranze, degli entusiasmi e delle disillusioni delle genti siciliane dopo lo sbarco garibaldino in Sicilia, attraverso alcuni brani tratti dai cinque romanzi storici di Camilleri, da lui sapientemente cuciti fra loro e sul protagonista, (La bolla di componenda, Il filo di fumo, Il birraio di Preston, La concessione del telefono, Il Re di Girgenti). Un'occasione per cantare l'entusiasmo del popolo con cui andò alle urne nell'ottobre del 1860 per decidere dell'adesione dell'isola al regno d'Italia, tributandone una netta vittoria, a maggioranza bulgara come si dice in questi casi, su 370.000 votanti solo 667 furono i no, e le amare delusioni che invece suscitò la politica post-unitaria, che portarono solo sei anni dopo alla prima rivolta di piazza. Interessante spettacolo,una lezione di storia, con un grande riscontro da parte del pubblico, per la sua struttura aperta, vivace, coinvolgente, attuale, per la sua gradevolezza e semplicità della scena, ma non per questo meno suggestiva o interessante anzi ... è una lezione anche in questo, nel modo in cui si possano fare spettacoli anche con pochi e semplici elementi scenici, simbologi e coinvolgenti a ricordarci un ufficio della questura o della prefettura, con un grande schermo al centro e grandi faldoni di documenti, fogli, sparsi sulla scena e un tavolo con sopra una macchina da scrivere, sedie e pannelli con stralci di documenti dipinti sopra.

Una lezione di storia che scorre via molto piacevolmente senza mai annoiare, grazie ad un brillante Massimo Ghini, al quale è affidata l' interessante introduzione che fa riferimento al carteggio tra Garibaldi e le forze nordiste degli Stati Uniti, con Lincoln nella guerra di secessione, facendoci scoprire che i Borboni aiutavano i sudisti e che i Savoia inviavano forze al Nord. Racconta un pezzo di storia che si incrocia con quello che ha iniziato due anni fa quando al Palazzo di Vetro dell'Onu lesse il carteggio tra Garibaldi e il Presidente Lincoln. Scoprendo aspetti interessanti e attuali dell'Eroe dei due Mondi, come quello di "sciupa femmine", aspetto tutto italiano che non ci smentisce mai. In scena presenta una serie di letture recitate, accompagnato dagli attori Mimmo Mingemi e Vincenzo Crivello e dalle musiche di Mario Incudine eseguite dal vivo e cantate dallo stesso e da Antonio Vasta, oltre a quelle di Verdi a sottolineare dei momenti, dei fatti, dei sentimenti nello spettacolo, aiutato anche dalle luci che ci ricordano i colori dell'evento estivo e della nostra bandiera. Affrontando varie storie, minori per così dire,legate a fatti realmente accaduti o a miserie romanzesche, interpretando con gli altri attori una serie di figure che in qualche modo contribuirono all'Unità d'Italia, partendo dal primo sbarco dei Savoia nel 1713, mettendo via via a fuoco i sogni e i rapporti difficili con l'Unità, con Garibaldi, e chiarendo quanto abbia dato al sud in modo passionale anche. Coinvolge ed interagisce in scena con immagini di Camilleri, provenienti dallo schermo, che cuce racconti ed eventi reali, descrivendoci un Garibaldi carismatico e affascinante, ma anche furbo con un gran senso della comunicazione e della propaganda, "pur non possedendo televisioni". La storia dell'Unità è ricostruita senza trionfalismi per darne una giusta prospettiva utile per il futuro, senza però demolirne il mito, ricordandoci anche di tutto quello che è stato raggiunto con sofferenza, con amore della libertà ed unione delle popolazioni italiane, dell'Italia come nazione unita. Portandoci a riflettere anche sulla nostra storia attuale, alla politica ed ai politici di ieri come oggi che saccheggiano e sfruttano la popolazione e cercano di smembrare, dividere tutto quello che è stato costruito allora con grandi sacrifici.

GG

Ultima modifica il Domenica, 11 Agosto 2013 16:14

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