di Stefano Massini
regia: Silvano Piccardi
con Ottavia Piccolo
musiche per arpa composte ed eseguite da Floraleda Sacchi
costumi: Gianluca Sbicca
luci: Gigi Saccomandi
produzione: Centro d'Arte Contemporanea Teatro Carcano
Milano, Teatro Carcano dal 13 al 16 ottobre 2016
Genova, Teatro dell'Archivolto, 4 novembre 2016
In qualsiasi società la verità è un concetto difficile da apprendere e da insegnare e si crea spesso una dicotomia tra quello di cui si parla sui banchi di scuola e in famiglia laddove si cerchino di trasmettere principi, idee, valori... e ciò che si vede praticare nella società dove pare impossibile vivere secondo ideali: insomma verità, onestà e altre bazzecole del genere sono compagni scomodi che rendono importuni, pedanti se non pericolosi chi li frequenta e i risultati sono evidenti agli occhi di tutti.
Tali situazioni già difficili e contraddittorie in democrazia si complicano notevolmente quando questa è poco più di un ideale all'interno di un contesto contorto e intricato per cui non meraviglia, ma rattrista profondamente la vicenda tragica della giornalista e donna Anna Politkovskaja così come tutti gli eventi privati e pubblici in cui per nascondere problemi e degenerazioni della società si elimina chi li denuncia. Fortunatamente siffatte 'eliminazioni' precedute spesso da intimidazioni divengono boomerang che finiscono con il rendere pubblica nonché eterna la qualità morale delle vittime e con il trasformarsi in incancellabili j'accuse nei confronti dei colpevoli non identificati, ma ipotizzabili.
Il Teatro, portabandiera di valori, rappresenta un ottimo mezzo per raccontare testimonianze di piccole e grandi verità che non solo il tempo tende a insabbiare.
Esemplare al riguardo il testo scritto da Stefano Massini - messo in scena con elegante sobrietà da Silvano Piccardi - basandosi su articoli e inchieste scottanti illustrate con rigore dalla Politkovskaja sempre in prima linea nell'analizzare fatti spinosi e nel renderne pubblici i risultati fino al quel drammatico 7 ottobre 2006 quando, mentre torna a casa con la spesa, è uccisa con quattro colpi di pistola nell'androne della sua abitazione moscovita dove poco tempo prima i sicari avevano per errore assassinato un'altra donna al suo posto.
Una straordinaria Ottavia Piccolo (ben diretta da Piccardi e dall'espressione intensa) calata nei panni della vittima dall'apparenza fragile, ma dall'animo forte e coraggioso racconta con toni cangianti e con dignitosa onestà e sfumature ironiche la strenua lotta per difendere fino in fondo il diritto e dovere come giornalista di indagare e raccontare la verità malgrado vessazioni e torture di ogni genere. Nihil novi sub sole se nel clima di 'libertà' dei nostri piccoli mondi qualcuno si illude, e a volte ci riesce tanta è la 'fedeltà' da parte di molti ai comunicati stampa, di limitare la libertà dei critici... ma almeno non si rischia di essere considerati 'non rieducabili', ma solo... fuori dal gruppo: c'è poi tanta differenza?
Una pièce - nata nella stagione 2007/2008 da La Contemporanea e ripresa dal Teatro Carcano come propria produzione - che lascia un segno anche per il singolare accompagnamento di un'arpa duttile e variegata nei suoni ottenuti dalla brava Floraleda Sacchi.
Wanda Castelnuovo
La personalità e la memoria di Anna Politkovskaya, giornalista russa uccisa il 7 ottobre 2006 in seguito alle sue indagini sulla situazione dei diritti civili in Cecenia, non poteva trovare interprete migliore di Ottavia Piccolo. L'esperienza e il talento di un'attrice di questo livello non poteva che essere l'elemento più importante di Donna non rieducabile, spettacolo andato in scena al Teatro dell'Archivolto di Genova con il testo del bravo e giovane Stefano Massini. È un testo rapido ed incisivo nel suo resoconto tratto dagli scritti della Politkovskaya. La scena è costituita non solo da una scrivania e da alcuni fogli sui quali la giornalista riporta la cronistoria delle sue indagini, ma anche dall'arpa di Floraleda Sacchi. A quest'ultima è affidata la colonna sonora dello spettacolo, accompagnando la narrazione con la musica e producendo, con grande efficacia, suoni che rimandano alla guerra e al senso del dramma incombente. La Piccolo si dimostra perfettamente calata nel personaggio coraggioso e caparbio della Politkovskaya. L'attrice, immersa nella penombra della scena, richiama con immediatezza il profilo della giornalista russa. Si realizza così in scena un'identità vocale e fisica col personaggio interpretato. L'attrice è concentrata ed intensa nel permeare le sue parole della tragedia che si concluderà con la sua uccisione. Sebbene non manchino nello spettacolo molti momenti di trasporto e commozione, l'apice viene sicuramente raggiunto dall'elenco di alcune delle vittime della Strage di Beslan, avvenuta il 3 settembre 2004. I nomi di queste giovani vite innocenti risuonano nelle battute finali dello spettacolo, imprimendo quei nomi nella coscienza del pubblico. La figura della Politkovskaya, grazie alla bravura dell'attrice, risulta una figura statuaria, tragica e a tratti enfatica. L'aver tratteggiato Anna Politkovskaya con passaggi così drammatici la rende un personaggio quasi romanzato. La capacità della Piccolo, capace di rendere le molteplici sfaccettature del personaggio rende suo il testo contribuendo a rendere Donna non rieducabile uno spettacolo di buona qualità.
Gabriele Benelli