due atti di Eduardo De Filippo
con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta
regia Carlo Cecchi
Dolore sotto chiave
scene Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
luci Camilla Piccioni
Sik Sik l’artefice Magico
scene e costumi Titina Maselli
realizzazione scene e costumi Barbara Bessi
luci Camilla Piccioni
musica Sandro Gorli
produzione MARCHE TEATRO Teatro di Roma / Elledieffe
Milano, Teatro Franco Parenti dal 8 al 13 marzo 2022
Lucia, sorella di Rocco, temendo che lui possa compiere un gesto estremo, per circa un anno gli nasconde
l’avvenuta morte della moglie Elena, fingendo di curare la donna agonizzante gravemente malata. Lucia impedisce a Rocco di varcare la soglia della camera da letto della moglie, con la scusa che la sua sola presenza possa causarle emozioni fatali.
Un illusionista ciarlatano, un guitto e mentecatto, si esibisce in teatri squallidi insieme con la moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla (il cosiddetto “palo” durante i giochi di prestigio). Una sera il complice non si presenta per tempo e il sedicente mago è costretto a sostituirlo con un passante piuttosto imbranato, Rafele, ingenuo e sprovveduto.
Sono queste le premesse di Dolore sotto chiave e Sik Sik l’artefice Magico, due atti di Eduardo De Filippo, in scena al teatro Parenti di Milano per la regia di Carlo Checchi. Messinscena assai celebri e care al grande pubblico del teatro: pietre miliari nel segmento squisitamente farsesco della sterminata drammaturgia eduardiana. Dolore sotto chiave debutta come radiodramma nel 1958, andato in onda l’anno successivo con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene rappresentato due volte, diretto dallo stesso Eduardo, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 (insieme a Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello) per la riapertura del Teatro San Ferdinando di Napoli (la storica sala restaurata e rilanciata da Eduardo De Filippo) e nel 1980 (insieme a Gennareniello e Sik-Sik) con Luca De Filippo e Angelica Ippolito.
Sik-Sik l’artefice magico, atto unico scritto nel 1929, con più di 450 repliche solo a Napoli, riscosse da subito un successo enorme. Eduardo conservò per Sik-Sik (in napoletano, “sicco” significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo, si riferisce al suo fisico) un posto speciale nel cuore, al punto da reinterpretarlo alla fine della sua carriera: recitò per l’ultima volta al Teatro San Ferdinando di Napoli nell’aprile del 1979 e nel 1980, al Manzoni di Milano, affiancato dal figlio Luca e da Angelica Ippolito.
Consentite un rapido accenno al personale vissuto di chi scrive e, da buon napoletano, si emoziona ritrovando su uno tra i principali palcoscenici di Milano, due atti unici di Eduardo (a quasi 40 anni dalla morte). Una coppia di farse che ancora hanno il potere di divertire, strappare risate di gusto, emozionare, allietare, riflettere con intelligente ironia sulle miserie umane.
Angelica Ippolito, che da decenni interpreta questi testi, prima al fianco di Eduardo, poi del figlio Luca, è straordinaria: la sua presenza sul palcoscenico è uno sfavillio di comicità; un gioioso tuffo al cuore, per chiunque sia appassionato del teatro eduardiano.
Giovanni Luca Montanino