ideazione, scrittura e regia di Silvia Battaglio
interpretazione e composizione scenica Silvia Battaglio e Amina Amici
collaborazione alla messa in scena Stefano Mazzotta, con la complicità di Valeria Sacco
disegno sonoro e materiali di scena Silvia Battaglio
disegno luci Tommaso Contu
Produzione Zerogrammi, co-produzione Fondazione Otello Sarzi, in partenariato con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, UNIMA Italia, FTS Fondazione Toscana Spettacolo, in collaborazione con TAD Residency / Teatro tascabile di Bergamo, Contemporary Locus, Festival Danza Estate, con il supporto del Teatro Area Nord e Teatro Akropolis nell’ambito del Progetto CURA, con il sostegno di TAP Torino Arti Performative, Regione Piemonte, MIC Ministero della Cultura. Spettacolo vincitore del Premio Drammaturgia Contemporanea e Teatro di Figura “Otello Sarzi”.
Teatro Bertagnolio, Chiaverano, 23 novembre 2024
Pensate la vostra casa divisa da un’immaginaria linea per superare la quale, spostandovi da cucina a salotto, è richiesta l’esibizione di un lasciapassare con in sottofondo sirene e bombardamenti a ricordare la vicinanza di un conflitto: ipotesi utopica, ai limiti del provocatorio, attorno cui lo scrittore sudamericano Ariel Dorfman confeziona il suo Dall’altra parte, piéce inedita per la scena italiana in cui si affronta, con toni grotteschi ed a tratti surreali, gli attualissimi tema della guerra e dello smarrimento dell’uomo contemporaneo. Ispirandosi alle pagine di Dorfman, Silvia Battaglio ha ideato l’omonimo spettacolo presentato con Amina Amici, sessanta minuti scarsi di un teatro con pochissime parole, molto gesti, e non poca poesia derivante da un approccio “fisico” alla scena che richiede all’interprete una totale messa in gioco: due sedie, un tavolino, suppellettili ed indumenti domestici, questi gli orpelli per far vivere in scena le esistenze di Atom e Levana, coppia divisa da un impensabile confine nell’eterna attesa del ritorno di un figlio partito per il fronte. E se in questo caso, tradendo il precetto dostoevskiano, non sarà la bellezza a salvare il mondo, dove potrà rifugiarsi l’uomo contemporaneo nella sua esistenza sospesa? La risposta, immediata quanto diretta, è nel potere della fantasia, in quell’immaginazione unica linfa per alimentare la vita dei due anziani protagonisti impegnati in una quotidiana lotta per la sopravvivenza. Non teatro di parola, ancor meno teatro danza, l’applaudito Dall’altra parte della coppia Battaglio-Amici è drammaturgia del corpo nuda e cruda, insieme di linguaggi sapientemente mescolati per un viaggio nella nostra contemporaneità, in un presente segnato dalla debolezza di sistemi politico-sociali con il conseguente riaffermarsi del dibattito intorno concetti universali come muri e barriere, pace e guerra: pochissime le parole pronunciate in scena, molti i gesti e le azioni disegnate nello spazio per un insieme che strizza l’occhio al teatro di figura, e dove le due maschere indossate dalle interpreti diventano seconda pelle per interagire con l’ambiente circostante, al tempo stesso evocando opposti piani di realtà senza mai allontanarsi dalle originarie coordinate di Dorfman. Tra echi di una guerra che non sembra finire, per Atom e Levana, ma soprattutto per ognuno di noi, è necessario ricorrere a quella visione immaginifica sospesa tra realtà e finzione, unica penna per disegnare scenari inaspettati, per dar vita a suggestioni come i gesti di una lontana quotidianità domestica, non da ultimo sognando che vecchi vestiti possano prendere vita nelle fattezze del figlio lontano. Roberto Canavesi