E' un Don Giovanni tradizionalmente perverso e crudele quello messo in scena dalla compagnia Gank, ma anche una figura inafferrabile per la sua filosofia di vita: libertà al di fuori di ogni conformismo e insieme un perfido gioco di inganni. La regia accentua, nel primo tempo, il lato detestabile del personaggio e Filippo Dini lo rende con efficacia rivelando l'insaziabile ricerca senza scrupoli del proprio piacere, nella completa indifferenza per il dolore che provoca. A volte, tuttavia, risulta racchiuso dentro uno schema. Molto bene lo Sganarello di Alberto Giusta, nel contrasto con il padrone di cui giudica la depravazione, con punte di comicità e un pizzico di caricatura. Nel secondo tempo prevale il carattere tragico che regala intense emozioni al pubblico, si avverte il senso della morte incombente, sottolineato dalle belle scene di Laura Benzi. Le parole di Molière risuonano sul palco per bocca di Don Giovanni, con la critica all'ipocrisia della Corte e del Clero e alla loro impunità. Filippo Dini si esprime con forza drammatica e tono di verità, diventa un uomo dei nostri tempi. La scena si conclude con la punizione di Don Giovanni all'inferno. Il cast dello spettacolo è in formato ridotto per ragioni economiche, sono sei gli attori di cui quattro interpretano con bell'impegno più ruoli. Massimo Brizi è, tra l'altro, un valente Don Luigi, Alessia Giuliani dà risalto a Elvira la moglie abbandonata di Don Giovanni, Alex Sassatelli è un versatile interprete di cinque personaggi, Mariella Speranza è la fresca e vivace contadina. Tutti gli interpreti sono ex allievi della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.
Etta Cascini