di William Shakespeare
regia di Edward Hall
con Tony Bell, Jack Tarlton, Jon Trenchard, Tam Williams, Joe Flynn, Dominic Tighe, Dugald Bruce Lockhart, Bob Barret, Jason Baughan, Chris Myles, Simon Scardifield, Alasdair Craig, Tom McDonald
scene di Michael Pavelka
luci di ben Ormerod, musica Propeller
produzione Watermill Propeller,
Teatro Grassi (Milano), maggio 2007
Una festa del teatro e per il teatro, questa è l'impressione che ha regalato La dodicesima notte, messa in scena da Edward Hall con la sua compagnia tutta al maschile. L'evidenziare la componente esclusivamente maschile della compagnia poteva – nel contesto italiano – portare a due stereotipi: aspettarsi una rievocazione archeologica del teatro elisabettiano, oppure chiedere alla natura 'omosessuale' del gruppo una spinta alla lettura innovativa per forza, fino a farsi 'trasgressiva' con quel vizio tutto nostrano di chiedere ai registi di farsi autori irrispettosi dei testi che rimamgono sempre pre-testi ma non per questo in nome della regia critica devono tradirsi e tradire l'autore. Per fortuna Edward Hall e i suoi strepitosi attori – impegnati contemporaneamente anche nella Bisbetica domata – non frequentano gli stereotipi cui si piegano molti attenti osservatori del teatro nostrano.
Per questo La dodicesima notte non è stata solo una divertente sorpresa che ha reso giustizia al gioco della commedia dei travestimenti e degli equivoci, ma soprattutto ha offerto la conferma che il lavoro sugli attori, la possibilità di avere una compagnia stabile e affiatata portano a risultati eccellenti, ad una pratica del teatro che non è mestiere ma arte, inventiva, passione per lo stare in scena. La dodicesima notte di Edward Hall ha coniugato una lettura chiara e fedele del testo, fino alla capacità di scioglierne l'intreccio complesso e sovrabbondante con un approccio registico fresco, divertito e concentrato sul ritmo dell'azione, sulla possibilità di 'eccedere' come nel caso della sfida sul ring fra sir Andrea e Sebastiano, oppure sulla capacità dei singoli attori di rendere con straordinaria credibilità i personaggi su tutto il Malvolio di Bob Barret, oppure Tobia de' Rutti di Jason Baughan. Su tutto e tutti domina lo splendido buffone – regista interno e narratore dell'azione – interpretato da Tony Bell cui basta entrare in scena, pizzicare il suo violino per zittire la platea e dare il via alla festa teatrale de La dodicesima notte.
La scena si compone di una serie di armadi da cui entrano ed escono i personaggi, si ha l'impressione di vivere in un contesto onirico, di stare in una soffitta in cui si animano i fantasmi di una storia di intrecci d'identità, di amori impossibili, di lutti assoluti e di gioiosi riconoscimenti finali. Edward Hall mette a frutto tutta la potenzialità immaginativa del testo, lo declina secondo l'essenza stessa del teatro, affidando ai suoi attori il compito di incarnare quelle parole che regalano ad ogni verso metafore, immagini, sferzanti pensieri sulla natura stessa dell'amore che fa bruciare di passione il conte Orsino innamorato della bella Olivia e che al tempo stesso mostrerà vie impensabili con il riconoscimento di Viola e Sebastiano, due gemelli naufragati e divisi dai marosi.... La trama de La dodicesima notte è complessa, ricca di riferimenti e digressioni, ma in scena tutto appare chiaro e assai godibile. Nell'allestimento firmato da Edward Hall non c'è alcuna pesantezza, c'è una giocosa voglia di essere presenti e vivi sulle assi del palco che finisce col contagiare la platea che partecipa a quel balletto incredibile di amore e sesso, a rischio di 'tragedia' nella burla riuscita e crudele ordita ai danni di Malvolio e nella sferzante cecità delle passioni... Ancora una volta – nell'ambito del Festival del Teatro d'Europa – bisogna abbassare il cappello a ciò che accade oltre i patri confini. Applausi, entusiastici applausi per Edward Hall e la sua splendida compagnia.
Nicola Arrigoni